di Giuseppe Ippolito. Direttore generale della ricerca e dell'innovazione in sanità, Ministero della salute. Pubblicato in Forwards di luglio 2022.
Al crocevia tra accademia e innovazione
Davanti al rapido avanzamento delle conoscenze in biomedicina e allo sviluppo di tecniche innovative che necessitano di competenze specifiche, che si accompagnano a una grande disponibilità di bandi di ricerca, serve interrogarsi su quale modello di ricerca vogliamo investire oggi e come formare il capitale umano indispensabile per competere su tematiche di grande rilevanza scientifica e con tecnologie innovative.
L’avanzamento della medicina negli ultimi decenni è il risultato di scoperte sui meccanismi di malattia, lo sviluppo di nuove tecnologie diagnostiche e la messa a punto di nuove terapie, con un trasferimento alla clinica dei risultati. È proprio dalla ricerca clinica che iniziamo a definire come aumentare la disponibilità di nuove professionalità in grado di raccogliere ed elaborare nella maniera più adeguata dati clinici interfacciandosi direttamente con i pazienti, i laboratori, le contract research organization, oltre che con i comitati etici. È questa la figura del data manager della ricerca clinica, una figura specifica ben codificata negli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.
segnalato da Alessandro Bruni