di Giulia Capitani, Migration Policy Advisor per Oxfam Italia Pubblicato in Redattore sociale del 22 luglio 2022.
Giulia Capitani di Oxfam Italia riflette sulla normativa che regola l’immigrazione in Italia.
La legge Bossi Fini è probabilmente una delle peggiori norme di cui il nostro Paese si sia mai dotato. Dico questo con ponderazione, considerando l’implacabilità con cui, da vent’anni, articoli e commi che la compongono perseguono un fine dannoso, esattamente contrario a quello enunciato: una legge nata con l’obiettivo di contrastare l’immigrazione irregolare, infatti, si è rivelata uno dei più raffinati apparati produttori di irregolarità e illegalità che il nostro ordinamento potesse concepire. L’aspetto deleterio della norma consiste proprio in questo: rendere essenzialmente impossibile, per uno straniero, entrare o soggiornare stabilmente in modo regolare nel nostro paese.
Tutto il suo impianto concorre a questo, ma alcune previsioni appaiono particolarmente gravi. Come è noto, la legge Bossi Fini ha inestricabilmente legato l’ingresso regolare nel nostro paese al possesso di un contratto di lavoro, generando il meccanismo irrazionale che da vent’anni governa la migrazione cosiddetta “economica” in Italia, conosciuto come Decreto Flussi: la presunzione che i datori di lavoro possano selezionare lavoratori stranieri mai conosciuti, nel momento in cui ancora vivono nei paesi di origine, e farli dunque entrare già titolari di un contratto.
segnalato da Alessandro Bruni