di Redazione di Unimondo. Pubblicato l'8 luglio 2022.
Quattro mesi e mezzo: questo il tempo passato dall’inizio della putiniana “Operazione Speciale” in Ucraina. Un tempo infinito, che sta portando il numero dei morti a livelli impressionanti. Si inizia a definire la conta tragica dei civili uccisi. Le agenzia internazionali parlano ora di “26mila possibili morti fra la popolazione non combattente”, ma ci vorranno anni per trovare i cadaveri sotto le macerie dei tanti palazzi distrutti. I civili muoiono nei modi più incredibili. Otto persone, ad esempio, questa settimana sarebbero morte mentre sminavano, costrette dai russi, un impianto industriale. Intanto, nel computo ufficiale sono finiti 335 bambini, uccisi dal 24 febbraio, giorno d’avvio dell’invasione.
Muoiono a migliaia anche i soldati. Quelli russi rimasti sul campo sarebbero 36.500. Quelli ucraini potrebbero essere la metà, circa 18mila. Sono stime degli osservatori, i dati ufficiali non ci sono. I due eserciti continuano a non confermare nulla ed è sempre quella delle armi l’unica voce che si sente. La diplomazia tace, negoziatori o mediatori credibili sulla scena non appaiono. Così, si combatte. I missili russi hanno colpito l'Isola dei Serpenti, riconquistata da Kiev la scorsa settimana. In mare, una nave cisterna moldava, già alla deriva con 500 tonnellate di gasolio, è stata colpita nuovamente. Ora, hanno denunciato le autorità ucraine, è una "bomba a orologeria ambientale". Nella regione di Odessa i bombardamenti hanno bruciato con circa 35 tonnellate di grano.
segnalato da Alessandro Bruni