di Massimo Recalcati. Filosofo e analista lacaniano della società. Pubblicato nel blog dell'autore e in La Repubblica del 20 agosto 2022.
Sanna Marin — coraggiosa premier finlandese — è entrata nell’occhio del ciclone social e mediatico perché un video divenuto pubblico la riproduce mentre in una festa tra amici balla e si diverte. L’accusa non è solo sfacciatamente moralistica — perché una figura con responsabilità politiche non avrebbe il diritto di divertirsi? — ma merita di essere considerata con attenzione.
Al centro c’è innanzitutto, ancora una volta, la passione accanita dell’invidia. Tommaso d’Aquino la definiva come la tristezza causata per il bene altrui che impedisce l’affermazione della propria eccellenza. Più sinteticamente, Lacan affermava che l’invidia è sempre invidia della vita. Nello sguardo risentito dell’invidioso ciò che, infatti, risulta intollerabile, è proprio la manifestazione della gioia della vita.
Non a caso i soggetti sui quali solitamente si scarica la pioggia acida dell’invidia sono soggetti che sanno, in modo differenti, incarnare la potenza di quella gioia. È una lezione della psicoanalisi: non si invidia mai l’estraneo, ma si invidia sempre la vita che si vorrebbe essere e non si riesce ad essere. L’invidiato è, cioè, sempre l’ideale inconscio dell’invidioso. Lo stile consuetudinariamente anemico della politica viene giustamente sconvolto dalla forza vitale delle immagini che ci restituiscono una giovane donna — con grandi responsabilità politiche nazionali e internazionali — che sa vivere una festa.
segnalato da Alessandro Bruni
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