di Giuseppe Maiolo. Psicoanalista del costume. Pubblicato nel blog dell'autore e in L'Adigetto del 12 settembre 2022.
La fragilità oggi sta ovunque e il disagio è una diffusa zona grigia. C’è un urgente bisogno di prevenire, educare e educarci all’uso delle parole e al rispetto verbale.
Non è più tollerabile che si muoia di bullismo e cyberbullismo.
Alessandro di Gragnano aveva 13 anni ed è l’ultima vittima di questo fenomeno devastante, di cui si parla tanto ma solo quando accadono le tragedie e si fa poco per prevenirlo. Se ne parla per una necessaria cronaca, per far conoscere gli elementi che lo hanno determinato o mostrare i possibili colpevoli e le motivazioni che li «armano». Ma nel cyberbullismo non ci sono armi concrete. Ci sono, minacce, prese in giro e offese che uccidono come proiettili.
La prima vittima italiana che si tolse la vita nel 2013, Carolina Picchio, lasciò scritto su un biglietto: «Le parole fanno più mal delle botte». Nonostante questa frase lapidaria e accusatoria, le «narrazioni» spesso rimangono in superfice e non conducono alle riflessioni necessaire per capire e prevenire. Meno ancora se ne parla con i ragazzi, coetanei e non, per aiutarli a far uscire ciò che sentono e quello che pensano.
Emozioni e sentimenti rimangono blindati dentro.
segnalato da Alessandro Bruni