di Massimo Recalcati. Filosofo e analista lacaniano della società. Pubblicato nel blog dell'autore e in la Repubblica del 30 settembre 2022.
Il carattere sempre più de-ideologizzato del voto è il fondamento dei grandi spostamenti elettorali verificatesi negli ultimi anni del nostro Paese. La fedeltà ad un ideale o ad una causa non esiste più.
In ogni elezione viene tendenzialmente premiato chi rappresenta il nuovo, il difforme, la deviazione rispetto alla politica vissuta come un mondo separato dal mondo e moralmente degradato. Prima di Meloni è stato il turno del M5S e di Salvini e prima ancora di Renzi e di Berlusconi. Incarnare agli occhi degli italiani la dimensione immacolata dell’opposizione, dell’outsider, della critica al sistema, ottiene una fiducia fondata più sul giudizio di condanna della politica istituzionalizzata che sui contenuti del programma proposto. Con l’aggiunta che la crescente diserzione delle urne rivela chiaramente il disagio dei cittadini nei confronti di una classe politica accusata di essere del tutto indifferente alla loro sorte.
In questo contesto che ho recentemente definito, in estrema sintesi, come quellodell’evaporazione della politica, cosa resta della sinistra?
segnalato da Alessandro Bruni
l'articolo completo è scaricabile in pdf dal blog dell'autore