di Francesco Sassano. Sociologo della comunicazione. Pubblicato in World Politics Blog del 28 ottobre 2022.
L’invasione russa è un fatto inequivocabile, il 24 Febbraio 2022: Putin impiega parte del suo esercito per tentare di rovesciare il governo ucraino presieduto da Zelens’kyj. Se questo dato oramai è passato alla storia, dall’altra parte è molto meno facile ricondurre ad un solo fattore il casus belli, e il più delle volte la reazione pubblica resta intrappolata all’interno di una polarizzazione di giudizi d’opinione condizionati da gruppi di potere o di pressione.
Leggere la complessità:
Il tentativo di leggere la complessità dei fenomeni sociali, come nel caso di un conflitto bellico non può ridursi al “materialismo storico” di matrice marxiana in cui i fattori scatenanti del conflitto risiedono soltanto negli interessi economici dei Paesi confliggenti, non a caso Weber è stato un estremo sostenitore del fatto che nessuno mutamento storico è totalmente prevedibile, la logica del “reductio ad unum”, non facilita la lettura della complessità, escludendo le logiche dell’altro escludiamo a priori le possibilità di costruire un tavolo di trattativa, primo passo indispensabile per la pace.
Nietzsche scrive: “Ci sono tanti fatti – direi: no, proprio i fatti non ci sono, bensì solo interpretazioni. […]. Il mondo è conoscibile; ma esso è interpretabile in modi diversi, non ha dietro di sé un senso, ma innumerevoli sensi”.
Durante questi mesi abbiamo assistito ad una “acriticità senza pari” in cui l’interventismo militare è stata unica risposta all’arroganza russa.
Putin è l’aggressore e Zelens’kyj l’aggredito: possiamo fare un passo avanti?
Le cause accidentali o adeguate così definite da Weber, non possono essere sottovalutate, altrimenti rischiamo di polarizzare il discorso, e di distruggere sul nascere ogni possibilità per aprire le trattive utili ad un compromesso.
La guerra in Ucraina, per tutte le sue implicazioni, non è una guerra qualunque e non è la sola, attualmente si contano oltre 200 conflitti sparsi nel mondo. È una guerra tra potenze, tra due schieramenti, da una parte l’Alleanza Nato e dall’altra la Russia.
Se non partiamo da questo tipo presupposto, rischiamo di non capire le cause. Uno studioso ha il dovere di ragionare sulla complessità, non a caso Weber riteneva che ci sono eventi sociali riconducibili ad un unico fattore, definite cause accidentali. Allo stesso tempo, esprime anche il concetto che un particolare evento possa essere anche la rappresentazione della totalità di più elementi antecedenti all’evento, definite cause adeguate. I più attenti lettori, avranno da subito compreso che questa categoria sociologica è stata utilizzata dall’una e dall’altra parte, per giustificare l’azione e la conseguenziale contro risposta bellica.
In sostanza il dialogo si è impantanato sul nascere, da una parte “la Russia ha aggredito l’Ucraina” – causa accidentale – un evento è il prodotto di una singola causa, ciò ha giustificato per una parte del mondo la risposta sanzionatoria e l’invio di armi a favore dell’Ucraina. Sull’altra sponda del confine ucraino, le argomentazioni sono state le seguenti: “L’allargamento della NATO ai confini con la Russia e la possibile adesione dell’Ucraina al patto atlantico rappresenterebbero un pericolo per la Federazione Russa, in più gli antecedenti 8 anni di guerra in Donbass hanno creato secondo le logiche di Putin le condizioni necessarie per assecondare le richieste di difesa delle minoranze russe assediate dall’esercito ucraino” le – cause adeguate – la somma degli avvenimenti precedenti alla guerra secondo i russi ne hanno rappresentato le premesse.
La causalità è un’interpretazione:
Compito degli osservatori di settore, è quello di analizzare le varie dimensioni causali e non considerarle mai separate, ma complementari per dare un’interpretazione oggettiva degli eventi, come abbiamo avuto modo di spiegare sopra “la selezione si opera in riferimento ai valori” – come dice Weber sono quest’ultimi a condizionare “il campo di ricerca in cui successivamente l’indagine procederà in maniera scientificamente oggettiva in vista della spiegazione causale dei fenomeni”. La realtà è sconfinata, per forza di cose il sociologo o lo storico trovano interessanti solo certi fenomeni o aspetti. In sostanza, la variazione dei valori condiziona il valore dei punti di vista, suscita nuovi problemi, propone nuovi interrogativi, scopre nuovi aspetti. Un’idea più esatta è possibile solo quando si accertano più verità. Quando questa logica continua ad essere soppressa con il fuoco delle armi, restiamo imbrigliati nel paradigma del “vinci io e perdi tu” per utilizzare le parole di Papa Francesco: “La guerra è il fallimento della politica, non è mai giusta ed è una risposta inefficace”.