di Alfonso Botti. Pubblicato in Il Mulino del 19 ottobre 2022.
A conferma di una vicinanza che va ben oltre le differenze per storia, linguaggio e programmi, il 9 ottobre Giorgia Meloni non ha fatto mancare un videomessaggio di saluto e incoraggiamento alla festa di Vox.
FdI rappresenta lo stadio evolutivo di una forza politica che da neofascista è diventata post-fascista, per poi recidere nel corso dei decenni, pur tra ambiguità e tentennamenti, i propri legami con l’esperienza del Ventennio. In modo netto sull’antisemitismo, sull’alleanza di Mussolini con Hitler e la responsabilità di aver gettato l’Italia nella catastrofe della guerra. Un processo da valutare positivamente, come frutto del potere condizionante della democrazia.
Vox esiste solo e in quanto risposta all’indipendentismo catalano, come coagulo del tradizionale centralismo spagnolista, poi integrato da motivi orecchiati dal nazional-populismo europeo contro l’immigrazione, la burocrazia dell’Ue ecc. Per quanto riguarda il linguaggio, l’incontinenza verbale di Abascal trasuda dai suoi interventi al Congresso dei deputati, nei quali ha definito "criminale" la gestione governativa della pandemia, "rinnegati", "traditori della patria", "golpisti" e "totalitari" i socialisti e i suoi alleati di governo.
segnalato da Alessandro Bruni