di Massimo Recalcati. Filosofo e analista lacaniano della società. Pubblicato nel blog dell'autore e in La Stampa del 6 novembre 2022.
Nelle sale cinematografiche sta circolando ingiustamente in sordina l’ultimo davvero notevole film di Kim Rossi Stuart titolato “Brado”. Al centro il rapporto tormentato di un padre e un figlio. Si tratta di una lettura complessa e raffinata che eleva il racconto a un capitolo importante dell’indagine contemporanea sulla figura del padre e su quel che resta della sua funzione simbolica nell’epoca del suo tramonto.
Il padre è una figura stracciata dalla vita. Dopo la separazione dalla moglie si isola nel suo maneggio di cavalli in una condizione depressiva, degradata e rancorosamente acida nei confronti della vita. È una cifra profonda del nostro tempo: il padre ha dismesso ogni gloria, ogni abito simbolicamente autorevole, ogni potere. La sua vita assomiglia a quella di uno scarto. Una rovinosa caduta da cavallo gli impedisce di allenare un nuovo cavallo su cui ha riposto, dopo anni di declino, le proprie attese di riscatto.
È il figlio a soccorrerlo e ad aiutarlo in questa impresa. Ma come si può addestrare la vita alla vita? È davvero possibile? Come è possibile guidare la nostra vita senza lasciarsi travolgere, senza cadere da cavallo, ma, al tempo stesso, senza rinunciare al sogno e al desiderio?
sintesi di Alessandro Bruni dall'articolo completo nel blog dell'autore.