di Giuseppe Maiolo. Psicoanalista del costume. Pubblicato nel blog dell'autore e in L'Adigetto del 21 novembre 2022.
In questi giorni in cui le annuali ricorrenze ci ricordano i diritti dei minori e la violenza alle donne, mi viene da pensare che prima di tutto c’è un termine da mettere in evidenza al di là delle manifestazioni e delle testimonianze. È la parola «responsabilità» che è impegno concreto di chi ha funzioni di guida, di chi accompagna la crescita e deve saper garantire sicurezza e protezione.
La responsabilità è tutta interna alla cura, nel senso di chi si cura o si preoccupa di un altro, lo osserva e lo ascolta con attenzione e offre il suo sostegno a chi non è ancora in grado di autonomia.
Per questo abbiamo necessità di avere adulti responsabili in grado di esercitare il mestiere del genitore e dell’educatore in grado di promuove benessere, difendere l’integrità dei bambini e fornire loro garanzie di tutela.
E' dall’irresponsabilità collettiva che proviene l’alto tasso di povertà educativa, la trascuratezza e la scarsità di controllo degli adulti sui comportamenti reali e virtuali dei minori.
È la carenza di adulti responsabili che alimenta il malessere giovanile ed è la povertà di limiti che nelle nuove generazioni promuove un grave senso di vuoto e di solitudine.
C’è urgenza di ridisegnare la mappa delle relazioni educative e la necessità di costruire responsabilità a partire dall’esempio personale, prima di rimproverarne la mancanza ai giovani arrabbiati e delusi che abbiamo attorno.
sintesi di Alessandro Bruni
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