di Cristiano Gori. Sociologo, Università di Trento. Pubblicato in Vita del 16 novembre 2022.
Questo non è il momento di giudicare, è il momento di provare a capire. Il nuovo Governo non ha ancora compiuto alcuna scelta in materia di welfare e, pertanto, qualunque valutazione sarebbe precoce. Tenterò di coglierle suddividendole tra le diverse aree del welfare (il titolo di ogni paragrafo è accompagnato da una frase che suona come se l’avesse pronunciata la Premier, ma che evidentemente è una mia elaborazione per sintetizzarlo).
Sanità – “La sanità pubblica non è la mia battaglia”. I dati sono chiari. La spesa sanitaria è cresciuta costantemente tra il 2000 e il 2010 ma da allora ha iniziato una discesa apparentemente senza fine.
Povertà – “Qualcuno ha letto il mio programma?” Il nuovo Esecutivo ha, più volte, illustrato la propria strategia nel contrasto alla povertà: sostituire il Reddito di Cittadinanza con due misure: poveri che non lavorano e quelli che lo sono.
Famiglia – “Mi batto per la famiglia, non per le pari opportunità”. Il sostegno alle famiglie e la promozione della natalità costituiscono temi centrali nel programma e nella narrazione pubblica del centrodestra.
Scuola – “La falsa uguaglianza dei progressisti ha sfavorito i meno abbienti. Ora si cambia” I motivi si ritrovano in “Il danno scolastico”, di Paola Mastrocola e Luca Ricolfi. Il sottotitolo dice già molto: “La scuola progressista come macchina della diseguaglianza”.
Anziani – “Priorità ai 64enni in buona salute. Gli 88enni con demenza vengono dopo” Il dibattito in corso su cosa fare per le pensioni può trarre in inganno. Qui assistiamo, infatti, a un tipico esempio di barriera informativa al confronto pubblico.
Questo è quello che mi sembra di aver capito sin qui in merito agli orientamenti del nuovo Governo in materia di welfare. Come sempre, poi, saranno i fatti a dire la parola decisiva.
sintesi di Alessandro Bruni
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