Intervista a Michele Valente, Pediatra di famiglia e counselor Asl Roma 1 e a Maria Luisa Zuccolo, Pediatra di famiglia - Referente Gruppo adolescenza - Associazione culturale pediatri. Pubblicato in Forward di ottobre 2022.
“Esiste una sorta di terra di mezzo, che è l’adolescenza, piena di bisogni di salute peculiari ma che le varie articolazioni del sistema sanitario non sembrano in grado di intercettare in maniera sistematica”, si legge nella guida alla transizione dal pediatra di libera scelta al medico di medicina generale. Come mai esiste questa “zona grigia” in cui gli adolescenti rischiano di non essere seguiti?
Michele Valente I motivi sono più di uno. Sicuramente c’è ne è uno di natura organizzativo-burocratica che incide sulla faccenda. In tutto il mondo l’età pediatrica, intesa come età in cui l’essere umano non ha ancora appieno sviluppato, va da 0 a 18 anni in base a quanto detto dall’Organizzazione mondiale della sanità. In Italia, invece, questo vale per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera, mentre per l’assistenza di base non è così perché c’è stata sempre un’opposizione da parte dei medici di medicina generale a lasciare che tutta l’età pediatrica fosse affidata al pediatra di famiglia.
Il secondo motivo è di natura culturale. Bisogna tenere a mente le peculiarità dell’età, per cui non si può trattare un adolescente né come un piccolo adulto né come un grande bambino. È un adolescente con caratteristiche specifiche sia di natura psicologica sia di natura fisico-medica. Il fattore culturale, però, riguarda anche gli adolescenti stessi e i loro genitori che pensano di non dover portare mai un ragazzo sano da un medico o almeno fisicamente in apparente buona salute.
sintesi di Alessandro Bruni
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Commento di Alessandro Bruni. Questo post è sottilmente legato concettualmente ai due precedenti e agli altri che trattano l'esercizio dell'umiliazione sugli adolescenti. Non tanto perché sia "umiliante" che i medici di base curino gli adolescenti, quanto della considerazione su una base di costume e di forza di ordini professionali della condizione identitaria degli adolescenti. Una condizione di età che riesce a trovare con difficoltà una considerazione di identità sia in genitori che in operatori sanitari. Vengono così trattati come persone fragili di cui ci si deve curare con esercizio di autorità e non come persone in formazione con una loro forza interiore che esige riconoscenza di rispetto e originalità.