Intervista a Eugenio Borgna sul confine tra solitudine e isolamento e sul rapporto tra solitudine e malattia. Pubblicato in Il punto del 14 novembre 2022.
Nel suo ultimo libro “In dialogo con la solitudine” (Einaudi, 2021) Eugenio Borgna, psichiatra, riflette sulla condizione di solitudine cogliendone le diverse sfumature. La solitudine assume quindi forme diverse, a seconda dei contesti di vita, delle età e dei momenti in cui viene vissuta.
Professor Borgna, dal suo libro emerge l’ambivalenza della solitudine. Qual è la sottile linea tra isolamento e solitudine?
Non possiamo parlare di solitudine e isolamento se non partiamo da una premessa: il senso della vita non è l’esteriorità. ovvero il modo di comportarsi, ma l’interiorità, ovvero il modo in cui dentro di noi ci confrontiamo con la vita e le domande che ne derivano. Solitudine e isolamento possono essere condizioni sovrapponibili la cui differenza risiede nel modo con cui ciascuno di noi le vive. Si può essere soli, oltrepassando i limiti dell’isolamento, e perciò rimanere in contatto e in dialogo con le persone che conosciamo.
Quando incontriamo una persona, anziché notare i suoi modi di fare dovremo cercare di coglierne il linguaggio segreto. In una persona che apparentemente può sembrare sola potremmo così cogliere una ricchezza di umanità, di pensieri, di immagini, di attese e di speranze.
Essere soli è una forma di vita che accompagna, in modi e misure diverse, ciascuno di noi ma che cambia radicalmente i suoi significati nella misura in cui sia vissuta interiormente come attesa e come speranza oppure come una esperienza della quale noi siamo prigionieri.
sintesi di Alessandro Bruni
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