di Nadia Rosatto. Pubblicato in Aginingproject Uniupo del 10 gennaio 2023.
“Anche se invecchiamo in modi differenti e in tempi differenti, tutti ci svegliamo ogni giorno più vecchi. Invecchiare è difficile, ma per la maggioranza dei casi il passare del tempo ci porta benefici reali. Negando quei benefici e sottolineando le nostre paure, l’ageismo rende l’invecchiamento peggiore di quel che dovrebbe essere.”
Queste parole sono tratte dal libro Il bello dell’età: Manifesto contro l’ageismo, di Ashton Whiteapple, giornalista e attivista americana che lavora e si batte per contrastare l’ageismo. Il termine ageismo fu coniato nel 1969 dal suo mentore, lo geriatra e psichiatra Robert Butler, che lo definì come “la combinazione di attitudini pregiudiziali nei confronti delle persone più vecchie, della vecchiaia e dell’invecchiamento in sé, pratiche discriminatorie nei confronti dei più vecchi e pratiche politiche che perpetuano stereotipi su questo tema”.
Oggi il significato del termine ageismo si è ampliato e definisce tutte le forme di discriminazione nei confronti di persone appartenenti a gruppi di qualsiasi età.
Come si manifesta in concreto l’ageismo?
L’ageismo rinchiude le persone in categorie in base all’età, creando ingiustizie e ostacolando la solidarietà fra le diverse generazioni. Per evitare questi esiti è fondamentale comprendere e riconoscere nella vita di tutti i giorni quali possono essere i comportamenti che discriminano e che possono agire negativamente sulla vita e sulla salute delle persone.
Possiamo immaginare una situazione in cui si è sistematicamente ignorati dai colleghi o dai superiori sul posto di lavoro, trattati con sufficienza dai propri familiari, insultati, o in cui vengono negati dei trattamenti clinici per via dell’età avanzata. O ancora, sarà capitato quasi a tutti di ricevere complimenti come “Non dimostri assolutamente i tuoi anni!”, che in realtà manifestano un sentimento di avversione per l’età che avanza, come se avere un aspetto esteriore conforme alla propria età sia qualcosa di cui vergognarsi.
sintesi di Alessandro Bruni
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