di Marco Cattaneo. L'editoriale del n. 217 di Mind di gennaio 2023.
Una sensibilità fuori dal comune sembra essere un tratto della personalità, che qualche volta ci rende vulnerabili ma che può essere trasformato in un punto di forza.
"Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere".
Con queste parole, poco più di due secoli fa, Marie-Henri Beyle descrisse la prima manifestazione di quella che oggi chiamiamo, dal suo pseudonimo, sindrome di Stendhal, e che colpisce con tachicardia, capogiri, vertigini persone che si trovano al cospetto di capolavori dell’arte. In verità il grande scrittore francese innamorato dell’Italia doveva essere piuttosto incline alle emozioni intense, e non solo per l’arte, se è vero che si commosse visitando la cella dove presumibilmente era stato rinchiuso Torquato Tasso nei sotterranei dell’Ospedale Sant’Anna di Ferrara.
Oggi, probabilmente, diremmo che Stendhal era ipersensibile. Con un termine che spesso, nel linguaggio quotidiano, ha contorni sfumati, indefiniti. Tanto che l’ipersensibilità – scrive Nathalie Clobert a pagina 24, nel primo articolo del corposo dossier che dedichiamo all’argomento – "è al centro del dibattito tra chi sostiene che sia effettivamente un tratto della personalità e chi la liquida come una fissazione da psicologi per vendere riviste e libri di sviluppo personale".
Eppure, sottolinea ancora la psicologa clinica di Meaux en Seine-et-Marne, molti segnali indicano che l’ipersensibilità sia davvero un tratto della personalità. Caratterizzata da emozioni intense difficili da controllare, alti e bassi dell’umore, propensione artistica e grande senso estetico, forte reattività agli stimoli, a suoni, luci e odori, non sembra essere nemmeno un tratto unico della nostra specie.
Ma, soprattutto, le neuroscienze stanno raccogliendo prove sempre più numerose che l’ipersensibilità abbia basi biologiche, prima di tutto nei geni e poi nell’anatomia cerebrale, come raccontano Nicolas Gauvrit e Clarisse Carrié a pagina 34. Nelle persone ipersensibili, tra l’altro, si registrerebbe una maggiore attivazione delle aree cerebrali legate alle emozioni, alle sensazioni, al piacere e alla motivazione.
D’altra parte, questo tratto della personalità è spesso visto come un indizio di fragilità, di vulnerabilità verso le situazioni relazionali tanto da diventare una sofferenza per chi ne è dotato. Dotato, sì, perché una sensibilità spiccata – scrivono Nathalie Clobert e Sophie Brasseur a pagina 40 – può essere trasformata in un punto di forza, e paradossalmente dare grande solidità.
Per tornare a Stendhal, ebbene sì, era incontrovertibilmente ipersensibile, anche nelle relazioni. E forse nella scrittura aveva trovato l’alchimia per non farsi sopraffare dalle emozioni. Tanto che un amore profondo, appassionato, disperato – e respinto – gli ispirò l’opera Dell’amore, pubblicata nel 1822, un saggio romanzato in cui si incontrano il progetto di analizzare le dinamiche del sentimento e i tormenti personali dell’autore. È qui che elabora il concetto della cristallizzazione, vale a dire l’idealizzazione della persona amata, durante l’iniziale divampare della passione. Ma questa è un’altra storia.
A proposito di amore e letteratura, piuttosto, da questo numero ci accompagnerà una nuova rubrica, "L’amore raccontato", firmata da Antonio Pascale. Uno scrittore che fa parlare gli scrittori del sentimento più chiacchierato e controverso dell’animo umano. Si comincia da Anton Čechov, e buon anno a tutti voi.
Sommario
- Il parere della tartaruga. Le radici ultime del complottismo di Vittorio Zambardino.
- L’amore raccontato. La vita sospesa degli amanti di Antonio Pascale.
- Una psicoanalista al cinema. Il confine tra finzione e realtà di Simona Argentieri.
- A proposito di sesso. Piccole scosse per il piacere di Roberta Rossi.
- Altre menti. Anche le formiche vedono nero di Nicla Panciera.
- Genitori e figli. Tuo figlio è viziato? di Anna Oliverio Ferraris.
- Casi estremi. Il caso Caryl Chessman di Vittorino Andreoli.
- Siete ipersensibili? di Nathalie Clobert. Emozioni a fior di pelle, reattività a suoni e immagini, reazioni smisurate: e se foste ipersensibili? Alcuni metodi di misurazione consentono di fare il punto su questo tratto della personalità, spesso incompreso ...
- Il cervello ipersensibile di Nicolas Gauvrit e Clarisse Carrié. La sensibilità non è un costrutto mentale ma è legata alla sfera cerebrale e in parte alla genetica, come conferma un numero crescente di studi ...
- Gestire le emozioni di Nathalie Clobert e Sophie Brasseur. Alti e bassi emotivi, estrema sensibilità, vulnerabilità verso le situazioni relazionali: come possiamo evitare che tutto questo diventi un calvario? Imparando a sviluppare le proprie competenze emotive ...
- Parenti serpenti di Nicla Panciera. Nonostante l’allentamento dei legami familiari osservato nelle società più fluide e meno strutturate, certe rotture fanno molto soffrire, tanto da minare il benessere fisico e mentale di chi ne è coinvolto ...
- Le storie dell’orrore di Antonio Pascale. La corruzione, le vittime innocenti, le donne dei boss: la missione di Matilde Andolfo è raccontare la camorra ...
- Schiava dello smartphone di Grégory Michel. Da bambina studiosa, e calma Inès diventa un’adolescente aggressiva: un pesante segreto l’ha trasformata e resa dipendente da schermi e social ...
- L’amore plurale di Anna Rita Longo. Si pensa spesso che avere una relazione d’amore significhi essere in due. Ma è sempre così? Come vivono le loro relazioni le persone che hanno deciso di fare a meno della monogamia? ...
- Un incubo a occhi aperti di Janosh Deeg. Alcuni individui sperimentano, all’addormentamento o al risveglio, uno stato di paralisi, la cosiddetta «paralisi del sonno». Pur essendo molto diffusi, la stragrande maggioranza di chi vive questi episodi li conosce pochissimo...
- L’attenzione intermittente di Laura Dugué. L’attenzione con cui seguiamo un oggetto o esploriamo l’ambiente non è continua, ma cresce e cala più volte al secondo, rispecchiando un’attività ritmica del cervello che ottimizza le energie.
- La mente e il filosofo. Un argomento originale di Simone Gozzano.
- Storie della mente. La mente di Einstein di Alberto Oliverio.
- Frontiere. Rieducare la voce è essenziale per molte persone transgender di Z Paige Lerario