di Redazione di Openpolis del 10 genniao 2023.
Vivere in una casa confortevole è un fattore cruciale per la crescita sana di bambini e ragazzi. Per questo è centrale la questione delle famiglie in povertà energetica, a maggior ragione se hanno dei minori a carico. Parliamo di quella condizione in cui un nucleo familiare non può permettersi le spese per riscaldare la propria abitazione in modo adeguato. Dopo aver raggiunto un picco nella prima metà degli anni ’10, la quota di famiglie con figli in questa situazione è progressivamente diminuita nell’ultimo decennio. Tuttavia i dati più recenti (2021) mostrano che questo trend potrebbe essersi interrotto.
La quota di famiglie con figli che dichiarano di non potersi permettere di riscaldare adeguatamente la casa si è infatti attestata al 7,9% nel 2021 (erano il 7,5% l'anno precedente). Un valore lontano dai picchi raggiunti dopo la crisi del 2008 (20,8% dei nuclei nel 2012), ma comunque superiore all'attuale media Ue (6,6%). Un fenomeno quindi da monitorare con attenzione, anche a livello locale. Sono circa 1.000 i comuni italiani in zona climatica F, quella più fredda, che sulla carta richiede un maggiore dispendio energetico. In quasi l’8% di questi comuni più di 4 contribuenti su 10 si trovano nella fascia più bassa di reddito, tra 0 e 10mila euro dichiarati.
Dopo la pandemia, in base ai primi dati relativi al 2021, si attestano al 7,9% in Italia. Un valore comunque da non trascurare, in primo luogo perché superiore alla media europea nello stesso anno (6,6%) e a quella dei maggiori paesi Ue.
sintesi di Alessandro Bruni
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