di Redazione di Openpolis del 24 gennaio 2023.
Alla fine dello scorso anno, a vent’anni dall’introduzione degli obiettivi europei di Barcellona, una raccomandazione del consiglio dell’Unione europea ha aggiornato i target che gli stati membri devono porsi sull’offerta di asili nido e servizi per l’infanzia. La principale novità è l’innalzamento dal 33% al 45% di bambini fino a 3 anni che dovrebbero poter accedere a sistemi di educazione e cura per la prima infanzia. Anche se si tratta di una raccomandazione, peraltro commisurata alla situazione di partenza di ciascuno stato, fissa un nuovo orizzonte con cui confrontarsi.
I dati più recenti indicano che nel 2020, seguendo una tendenza in corso da alcuni anni, è proseguito l'avvicinamento dell’Italia all’originario obiettivo europeo sugli asili nido (33%). Ovvero 27,2 posti disponibili ogni 100 residenti con meno di 3 anni. Sulla media nazionale continuano a incidere i dati di mezzogiorno e aree interne, dove l'offerta è molto meno diffusa. Per ridurre questi divari il decreto legislativo 65/2017 ha stabilito 2 obiettivi: i già citati 33 posti ogni 100 bambini e il raggiungimento del 75% di comuni che offrono il servizio, da soli o in associazione con altri. Rispetto al 2013 sono raddoppiati i territori sopra la soglia del 33%, ma il nuovo target Ue del 45% è superato solo in 3 province dell'Emilia-Romagna. Quasi 6 province su 10 non raggiungono la soglia del 75% di comuni con il servizio.
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