di Cristina Trombetti. Pubblicato in La nostra Famiglia, n.4, 2022. Approfondimento pag. 46.
Correre il rischio di affidare la propria libertà all’altro: un’esperienza che potrebbe sorprendere. Quale importanza ha la fiducia nelle relazioni umane in generale e in quelle di cura in particolare? In un’epoca diffidente e sfiduciata, cosa pensano i giovani di quella scommessa sul mondo che ci fa rinascere ogni giorno, quando andiamo a scuola o ci innamoriamo, nelle relazioni sul lavoro o nei rapporti di amicizia?
Si viene al mondo con fiducia
È il tema iniziale della fiducia, sia in senso fisico sia in senso antropologico: chi vive bene questo primo passo nel mondo, poi nel corso della vita riesce a dare fiducia agli altri: “basti pensare all’importanza del tema dell’attaccamento e dei caregiver”. Dovrebbe essere una costante per vivere bene, nelle piccole e grandi cose: ci sono diversi gradi di fiducia, dipende dalle esperienze di vita che ognuno vive, ma dovrebbe essere una costante che rimane nel tempo, se vuoi vivere bene.
La nostra è la società dell’incertezza, non sappiamo di chi ci possiamo fidare e allora regolamentiamo tutto, in modo che l’uomo sia buono per legge. Eppure ci si costruisce, giorno per giorno, facendo esperienze positive. Se non fai questo lavoro di ricostruzione non riesci ad avere un rapporto empatico con l’altro.
Alla base c’è la relazione o l’esperienza?
Ci si fida di più delle persone che ci possono comprendere perché hanno toccato con mano le stesse esperienze oppure degli amici, anche se non hanno vissuto gli stessi eventi? Ci si rispecchia nelle persone che hanno vissuto esperienze simili perché ci sentiamo capiti spesso anche senza finire le frasi, non c’è bisogno di troppe spiegazioni.
Cosa voglio farne del mio dolore? Il tema dell’altro
In gioco è il tema della preziosità del proprio dolore, un gioiello che non si dà a chiunque. A volte si rischia di scivolare nella trappola delle esperienze comuni, mentre ciascuno percepisce l'esperienza in modo unico, diverso da tutti gli altri. Non faccio del tuo dolore il mio, perché altrimenti non ti farei protagonista del tuo dolore. Qui entra in gioco il grosso tema del rapporto fiducia/libertà: quanto posso essere libero di dare fiducia? Quando ci si innamora, ci si mette a nudo e ci si affida completamente, si rischia la propria libertà e la si affida ad un altro. Dare fiducia è pertanto una delicata questione di rischio e beneficio: non posso conoscere in profondità l’altro, eppure gli affido la mia libertà.
Un esempio è quello di una mamma affidataria di più ragazzini problematici: come poteva dimostrare la sua fiducia in loro, nonostante le difficoltà a cui la sottoponevano? “Questo ragazzo che fa disastri sa che comunque io ci sono”, rispondeva la mamma. “Il mio compito è esserci: ogni mattina che Dio manda sulla terra, quando preparo la colazione, c’è sempre tutto per tutti. La mia attività in quel momento è per loro una certezza”.
sintesi di Alessandro Bruni
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