di Michele Lipori. Redazione Confronti. Pubblicato il 24 gennaio 2023.
Il 26 maggio 2016, la plenaria dell’International Holocaust Remembrance Alliance (Ihra, un’organizzazione intergovernativa fondata nel 1998 al fine di rafforzare, promuovere e divulgare la consapevolezza di ciò che è stata la Shoah) ha ufficialmente esplicitato la propria definizione di antisemitismo, che va inteso come: «una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come “odio per gli ebrei”. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto».
Per quanto riguarda l’Italia, il 17 gennaio 2020 – in seguito della Risoluzione del 1° giugno 2017 sulla lotta contro l’antisemitismo del Parlamento europeo (art. 5) – è stato istituito il ruolo del Coordinatore Nazionale per la lotta contro l’antisemitismo che ha il compito di «promuovere e potenziare le attività di prevenzione e lotta contro l’antisemitismo, anche attraverso azioni concertate con le comunità e istituzioni ebraiche, e operando il necessario coordinamento con le pubbliche amministrazioni per le materie di rispettiva competenza».
Nel 2021 è stata inoltre elaborata una strategia nazionale per la lotta contro l’antisemitismo da parte di un Gruppo tecnico istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri guidato dalla prof.ssa Milena Santerini sulla base della definizione di antisemitismo dell’Ihra, accolta dal Governo italiano nel gennaio 2020.
sintesi di Alessandro Bruni
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