di Giovanni Caprio. Pubblicato in Pressenza del 13 gennaio 2023.
Dal 2015 a oggi l’incremento della presenza maschile nell’assistenza familiare è stato di quasi il 30%. Questo nuovo volto maschile del lavoro domestico di cura è uno dei dati più rilevanti emersi dalle anticipazioni del IV Rapporto Annuale Domina sul Lavoro Domestico in Italia. Nel 2021, il numero di lavoratori domestici è aumentato rispetto all’anno precedente, arrivando a 961.358 unità, ma quelli regolari sono meno della metà dei lavoratori effettivi, stimati in 2 milioni, regalando al lavoro domestico il poco invidiabile record del tasso di irregolarità al 52,3%, oltre il doppio dell’agricoltura (24,4%) e più del quadruplo della media italiana (12%).
Rispetto al 2015, l’aumento complessivo è di poco più di 50 mila unità (+6,3%), ma se le donne hanno registrato un aumento di solo il 3,2%, l’incremento della presenza maschile è stato di addirittura il 27,9%. Di conseguenza, aumenta anche l’incidenza degli uomini sui lavoratori domestici totali. Se fino al 2019 gli uomini rappresentavano meno del 12% del totale, la percentuale ha superato il 13% nel 2020 e addirittura il 15% nel 2021. Tra le donne, nel 2015 il divario tra colf e badanti era netto, con un rapporto di 12 colf ogni 10 badanti. Il gap è stato colmato nel 2019, arrivando ad una sostanziale parità, per poi seguire una tendenza simile nei due anni successivi, con l’aumento del 2020 e la stabilizzazione del 2021. Tra gli uomini, invece, gli operatori dedicati alla cura delle persone (badanti) sono passati progressivamente da 28 mila a 41 mila, registrando un +47,7%. Gli addetti alla cura della casa (colf), hanno registrato invece un trend di calo progressivo fino al 2019, per poi crescere nel 2020 e 2021.
sintesi di AlessandroBruni
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