di Claudia Corsolini. Editoriale pubblicato in Notiziario Inf n.3, 2022 di La nostra famiglia
Crescere in una famiglia sportiva - sportiva non nel senso dell’agonismo, ma dell’etica sportiva come fondamento - porta a considerare subito la parola “impegno” come qualcosa che rimanda a costanza, puntualità, metodo, allenamento, sudore, soprattutto fedeltà alla tua squadra. L’impegno richiesto dall’adesione a una disciplina sportiva è, comunque, un impegno “Base”. Pensando ad un impegno che possa ambire a favorire il rinascere, bisogna andare su un modello di impegno “Accessoriato”. Provo a ripescare piccoli episodi e molti, immancabilmente, arrivano dalla mia vita sportiva.
1. “Il risultato è sempre bugiardo” . Gag fissa del lunedì mattina mentre arrivavo al liceo in motorino, incontrando il prof. di filosofia che arrivava in bicicletta. “Come è andata ieri?” Risposta fissa “Il risultato è sempre bugiardo!” In questo scambio apparentemente assurdo c’erano due informazioni nascoste: la prima era che la squadretta di basket che allenava aveva perso ancora. La seconda: se aveva perso, era perché anche quella settimana era riuscito a trascinare verso un impegno, anche se in un campionato di infima categoria, quella manica di nullafacenti che vedeva ciondolare sempre davanti alla Parrocchia e che aveva convinto a provare a costruire insieme un’idea di squadra. Quindi, di fatto aveva vinto e il risultato aritmetico era bugiardo! Primo accessorio: l’impegno che porta a rinascere è quello in cui i risultati immateriali sono importanti almeno quanto i risultati misurabili.
2. “Gioca come un pensatore” (variante: gioca come un ragioniere. Se voglio vedere un ragioniere vado in banca). Questa sentenza, pronunciata con abominio dai miei genitori, accompagnava inevitabilmente quei giocatori che magari a fine campionato avevano statistiche di realizzazione impeccabili, semplicemente perché molto bravi a scegliere le situazioni in cui prendersi una responsabilità, cioè quelle super garantite. Mai un ginocchio spelato per essersi buttati a favore della squadra. Sempre belli da vedere, per carità, ma mai nessuna sorpresa. La sentenza era più sprezzante se il giocatore (o la giocatrice) aveva talento: molto meglio un giocatore scarso, ma che dalla panchina fa di tutto perché la sua squadra vada al massimo. di Claudia 3 Secondo accessorio: l’impegno che porta a rinascere è quello in cui ti butti con passione, senza calcolare i rischi con il bilancino del tornaconto personale.
3. “Gringa, sono venuta a spiegarti” Esmeraldas, una ventina di anni fa. Organizziamo una gita per portare i bambini di un quartiere degradato a vedere i campionati provinciali Special Olympics. Più precisamente, a organizzare i dettagli è Miguel, dodici anni, che però alla partenza non si presenta. Lo vado a cercare e lo trovo a casa, dove una nonna inflessibile dice “Miguel non può venire finché non ha finito di lavorare”. Cioè finché non ha finito di vendere le fette di mango sul vassoio con cui, dalla mattina presto, va avanti e indietro sui bus cittadini, guadagnando ogni giorno qualche dollaro. Me ne vado dicendo a Miguel che la nonna ha ragione e pensando tra me un mucchio di cose che sintetizzo così: che razza di befana! Alla sera la viene a suonare alla porta della casa dei volontari: “gringa, ti volevo dire che ho capito che sei rimasta male, perché vuoi bene a mio nipote. Ma volevo spiegarti che anch’io voglio bene a mio nipote e sto cercando di insegnargli a guadagnarsi la vita onestamente, se no fa la fine dei suoi fratelli, che a sedici anni andavano in giro con il coltello, a diciassette con la pistola, e i diciotto anni non li hanno compiuti”. Ecco, perfetto. Un bell’applauso di commiserazione alla gringa arrogante, chapeau alla nonna.
Terzo accessorio: l’impegno che porta a rinascere è quello per cui sei disposta a essere impopolare. Corollario: attenzione che alle volte non ti accorgi, ma scegli un impegno perché ti piace vincere facile.
4. “Io, atletica: bravo” All’improvviso si tratta di scegliere: questo gruppo di ragazzi con disabilità ha sempre partecipato a più discipline sportive, ma la Federazione dice che ne devono fare solo una, altrimenti l’assicurazione non risponde di eventuali danni. Noi tecnici volontari non ci parliamo neanche, guardando l’elenco degli atleti, quando si arriva ad Elia: è bravissimo nella marcia, vabbè è lentissimo... ma anche domenica, quando è arrivato, ultimissimo, il pubblico gli ha fatto un lungo applauso, e lui si è goduto questa specie di giro d’onore, mentre quando gioca a basket il più delle volte vede la palla quando è già sul suo naso… Elia farà atletica! La sera successiva ne parliamo con gli atleti. Elia ha la sindrome di Down, ha tante difficoltà anche nella parola, ma interviene subito dicendo, lentissimamente come sempre, ma con molta chiarezza:
“io, atletica: bravo.
Basket: difficile!
Imparare è bello.
Io: basket”
Grande Elia.
Quarto accessorio: l’impegno che fa rinascere è quello che ti porta fuori dalla tua comfort zone. E certamente non quello dove, magari con le migliori intenzioni, ti sostituisci alle scelte dei diretti interessati.
5. L’ultimo accessorio per me imprescindibile non arriva dal mio background sportivo ma comunque da quello familiare, ed è che più alto l’impegno, più bisogna fare sul serio, senza prendersi troppo sul serio. Se non c’è divertimento, il più entusiasmante degli impegni diventa un fardello, e con un fardello sulle spalle non si va molto lontano. Come dice la frase di Flaubert che chiude il filmato sui 40 anni di Ovci, “fate attenzione alla tristezza. È un vizio”. Ribaltando Flaubert: l’impegno che fa rinascere lo riconosci dal sorriso, che può essere una virtù. Ed eccomi qui. Ovci è la mia squadra da quando ne ho sentito parlare a Caorle, dove facevo volontariato estivo: era il 1983. In questi 39 anni ci sono stati (in rigoroso disordine) mercatini, lavoro, formazione, assemblee, viaggi, crescita personale, incontri, idee, insuccessi, successi, dubbi, sorprese, Amici e tanto altro. Oggi accetto la presidenza, sapendo che non ho tutte le carte in regola, ma metterò un impegno “Accessoriato”.
segnalato da Alessandro Bruni