di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
La domanda è sulle prime pagine dei principali quotidiani europei e americani e soprattutto se lo chiedono tutti in quanto si teme che l’escalation delle armi possa portare ad una guerra nucleare che per noi Europei sarebbe davvero "la fine della storia".
Nei prossimi mesi ci si attende infatti una escalation ulteriore con armi sempre più pesanti e carri armati, ma è probabile che nessuno prevarrà, anche se non è azzardato pensare che la Russia completi la conquista del Donbass. A quel punto si fermerà, disponibile a negoziare ma solo se Crimea e Donbass rimarranno alla Russia. Nel frattempo potrebbe crescere in Europa l’opposizione all’invio delle armi che in Italia si mantiene stabilmente costante e maggioritaria tra i cittadini dopo un anno di guerra, nonostante quasi tutti i governanti siano invece a favore dell’invio di armi. E’ questo un conflitto che ovviamente corrode in profondità la nostra malconcia democrazia.
La proposta di “spartizione” dell’Ucraina che la Russia farà porterà ad una probabile divisione dell’Europa tra i 9 paesi dell’Est (Polonia in testa) che non vogliono alcun accordo e gli altri 19 (tra cui i fondatori) che vogliono invece una pace, anche a costo di lasciare alla Russia la Crimea e il Donbass. A quel punto molto dipende da cosa faranno gli Stati Uniti se punteranno (come dice Prodi) “a dividere o meno l’Europa appoggiando le posizioni dei paesi dell’Est”. I problemi, in tal caso, per il nostro Governo saliranno alle stelle.
Biden, temendo Trump, potrebbe fare quello che è avvenuto in Afghanistan: accettare un accordo e abbandonare le posizioni di Zelenskj e della Polonia che vogliono il ritorno ai confini del 1991. Se ciò non avverrà alle elezioni del novembre 2024 in Usa potrebbe vincere Trump e a gennaio 2025 ci sarà la pace con la spartizione dell’Ucraina in due. Nessuno è mai riuscito a vincere la Russia (né Napoleone, né i nazisti) e oggi la sua forza si regge non solo sulle armi nucleari ma sull’appoggio della Cina e di metà mondo, quell’altra metà che non vuole il dominio degli Stati Uniti come è stato nel XX secolo.
Alla pace conseguirà un Nuovo Sistema Monetario Internazionale in cui il dollaro non sarà più l’unica moneta di riserva. Ci sarà infatti anche lo yuan cinese. La globalizzazione si trasformerà in una nuova epoca di scambi più intensi ma all’interno delle singole aree (Occidente e Oriente). La Cina trascinerà con sé i Brics (Russia, India, Brasile, Sudafrica) a cui si aggiungeranno Iran, Arabia Saudita e molti altri paesi e formerà una nuova area di interscambio.
I più penalizzati saranno gli Europei che non avranno più i benefici delle materie prime a basso costo della Russia e, in parte, della Cina. Tra tutti gli europei i più penalizzati saranno gli Italiani. Avremo 20 anni di vacche magre e solo nel 2045, quando gli Stati Uniti non avranno più la predominanza su Germania e Italia, sconfitte nella seconda guerra mondiale, si formerà una nuova alleanza tra Europa e Russia (Putin è morto) che potrebbe vedere l’Europa e la Russia costruire un nuovo polo mondiale tra i due poli di Usa e Cina e avviare una nuova era di pace e prosperità per tutto il mondo.
Dietro la guerra in Ucraina c'é una lotta per il dominio economico-finanziario del mondo. Gli Stati Uniti pensavano di continuarlo a proprio favore anche nel XXI secolo, avevano pensato che con il rilancio della finanza occidentale avrebbero messo alle corde tutti, ma non avevano messo in conto l’importanza delle materie prime che oggi hanno soprattutto Cina e Russia. L’Europa, la cui missione è portare la virtù in mezzo ai due poli (USA e Cina), perde 20 anni di tempo e ritenterà nel 2045.
Infine: abbiamo qualcosa da imparare? A mio avviso tante cose. Ne indico una: i peccati di omissione. Ci sono infatti peccati di “commissione”, come quello di Putin di invadere un paese straniero e peccati di “omissione”, cioè non fare quello che avresti potuto fare e non hai fatto, che, a volte, sono più gravi dei peccati di commissione (anche per noi singoli). Per me l’Europa ha fatto un grave peccato di omissione. Non si è preoccupata di quanto stava avvenendo in Ucraina (la guerra è iniziata il 20 febbraio 2014, non il 24 febbraio 2022) e soprattutto non ha costruito una sua unità politica che la facesse diventare un polo mondiale capace di agire con la stessa autorevolezza che hanno oggi gli Stati Uniti e la Cina. La missione spirituale dell’Europa è stata disattesa.