di Redazione di RAI News- Storia, pubblicato il 9 febbraio 2023. Presentazione del libro di Enzo Bianchi, Cosa c’è di là. Inno alla vita, Ed. Il Mulino, Bologna 2022. Focus senilità
Per l’uomo occidentale la morte è il “fiore nero” per dirla con Hegel. Ma anche nel nostro contesto sociale, nonostante la contemporaneità ci offra immagini di morte devastanti (dalla pandemia alla guerra in Ucraina fino ai terremoti e alle catastrofi), il pensiero della morte è rimosso.
Sia il “pensiero forte” (quello della modernità) , sia il “pensiero debole” (quello della post modernità) sono fragili nei confronti della morte. Eppur e con essa bisogna fare i conti fino in fondo, senza riserva alcuna. Scrive bene Bruno Forte, la morte è una ferita, un pungolo, che si insinua scomoda e inquietante in ogni attimo.
“Accettare la sfida della morte vuol dire iniziare a pensare: e proprio perché nasce dalla lotta con la morte il pensiero è voce di quell’agonia che è la vita”.
Così inquadrato il libro di Enzo Bianchi non si colloca nel solco tradizionale della trattazione del“parlare “ delle cose ultime. “ Ecco la ragione di questo libro: non rimuovere ma vivere ciò che fa parte della vita e cercare di intravedere restando saldi ciò che è invisibile, ciò che c’è nell’aldilà, ascoltando le parole cristiane. Il cristiano nel richiamo alla fede pone la morte come apertura al segreto dell’aldilà. In questa segretezza ognuno si spinge secondo il proprio credere”.
Il libro è coraggioso, una meditazione “poetica”, frutto consolidato e maturo di una “fede che ama la terra”. Del resto la vita di Enzo Bianchi è quella di un cristiano che vive la radicalità evangelica nella compagnia degli uomini. In questa compagnia si è fatto fratello di credenti e non credenti.
segnalato da Antonio Bolzon
sintesi di Alessandro Bruni
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