di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
Alcuni lettori mi hanno chiesto se conviene oggi fare un contratto del gas a tariffa fissa (mercato tutelato) oppure variabile a mercato libero. Dipende dagli operatori ma, a mio avviso, oggi conviene fare un contratto a tariffa variabile perché il prezzo del gas sta scendendo. A gennaio 2023 il prezzo medio del PSV Italia era 0,73 euro al m.cubo, ed è sceso da 1,247 di dicembre (a novembre era 0,975, a ottobre 0,835; per memoria a febbraio 2021 era 0,191).
Il prezzo della media di febbraio 2023 scenderà ancora. Un indice predittivo è infatti quello del mercato olandese TTF di Amsterdam dove si possono avere (a differenza di quello italiano) le quotazioni giornaliere. Oggi era 0,50 e tutto il mese è stato sotto 0,60. Poiché i due indici (PSV e TTF) hanno avuto variazioni minime tra loro, si può stimare ragionevolmente che in febbraio la media PSV sarà attorno a 0,55/0,60 euro, più bassa di quella di gennaio (0,73). E così la bolletta dovrebbe scendere per chi ha il prezzo variabile. Così dovrebbe essere per tutto l’anno in quanto anche senza gas russo l’Italia dovrebbe riuscire ad averne una discreta disponibilità. Quest’anno ne ha consumato circa il 10% in meno sia per l’inverno più mite, sia per la forte riduzione delle imprese in crisi o che hanno adottato forme di risparmio (come le famiglie).
E’ probabile che il prezzo non ritorni più ai bassi livelli degli anni 2010-2020 (attorno a 0,15/0,20 euro al m.cubo), ma non dovrebbe alzarsi sopra 0,50/0,70 che è però pur sempre il triplo del prezzo di una volta. Difficile che ritorni sopra 1 euro. Per questo il mio consiglio è fare una tariffa variabile. Di seguito presento la differenza tra due proposte di mercato che mi sembrano interessanti quella di Poste (tariffa fissa per 24 mesi a 1,05 euro materia prima) e Dolomiti Energia (tariffa variabile agganciata al prezzo del PSV italiano –che a gennaio era 0,73- con un margine per l’utility di 0,14 euro fissi).
Purtroppo le offerte su internet indicano spesso solo il costo della materia prima all’ingrosso e l’eventuale ricarico dell’azienda, ma non ci sono tutti i calcoli, che così potete farli da voi, usando questa tabella. La materia prima non cambia al crescere dei consumi così i conti sono semplici. E questo è un errore perché al fine di risparmiare il Governo dovrebbe imporre alle utility, come avviene con l’acqua, una tariffa differenziata: minore per i consumi bassi che cresce al crescere del consumo (e dell’inquinamento).