di Renato Zilio. Missionario scalabriniano a Casablanca (Marocco).
« Una persona può passare la vita a fare lo stesso lavoro, stare nella stessa relazione, vivere nella stessa città, senza mai farsi domande. Poi, a un certo punto fa come un passo indietro o di lato, si guarda da fuori e si domanda : perchè sono qui ? » Una ricerca di senso acuta, stringente che come un lampo arriva nella vostra esistenza. Da qui parte quel tormento esistenziale che folgora la bella pièce teatrale « Tutta una vita » della compagnia « Amor vacui » rappresentata al moderno Teatro di Mirano, nel veneziano.
Una serie di stimolanti monologhi scorrono, si distinguono, si accavallano, si intrecciano, si pongono all’unissono in maniera esilarante. Sorprendono con il loro gioco di contrappiede dal sapore brechtiano. Per presentare, in fondo, la loro terapia. « È necessario fare la cosa che come esseri umani siamo meno organizzati a fare : cambiare ». Ma il cambiamento fa paura e le scuse pronte all’uso sono infinite : « Ormai è troppo tardi » « Ho investito troppo » « Da dove ricomincio »…
In un mondo che cambia e si muove, dove il sesto continente sono milioni di uomini che emigrano, emerge prepotente la regola d’oro di Darwin : l’unica legge in natura che non cambia è il cambiamento. « Non è la più forte delle specie che sopravvive, nè la più intelligente, ma quella ch si adatta meglio al cambiamento ».
E ci fa ricordare l’espressione di Pablo Neruda : « Sono nato per nascere ». Quasi per ricordare che l’assuefazione o l’abitudine mandano in letargo il senso, cioè il valore della nostra esistenza. Bisogna far posto all’alterità, all’interrogativo, all’itineranza. Come questa pièce di Lorenzo Marangoni insegna magistralmente. L’indifferenza uccide…
A pochi passi dal Teatro, nella rotonda piazza centrale di questo delizioso borgo veneto si erge un originale monumento ai caduti. Sul marmo la frase di uno studente di 19 anni, fucilato dai fascisti. « No. Non mi dite di essere scoraggiati. Di non volerne piu sapere. Pensate che tutto è successo perchè non ne avete voluto più sapere ». Sempre d’ attualità.