di Domenico Barrilà. Psicoterapeuta adleriano. Pubblicato nel blog dell'autore e in tg24.sky.it il 16 marzo 2023.
L’amore filiale e genitoriale è indifferente alle forme e alle caselle in cui decideremo di ospitarlo, forme che non possono essere quelle decise da persone che ritengono di potere fermare il tempo e con esso i cambiamenti che irrimediabilmente si faranno presenti. Nel dibattito di questi giorni sul riconoscimento dei bambini nati da coppie omosessuali manca proprio la capacità di partire da questa elementare premessa.
Mi pare che nel dibattito di questi giorni sul riconoscimento dei bambini nati da coppie omosessuali, manchi proprio la capacità di partire da questa elementare premessa, che non potremo mai eludere. Il bambino, da qualunque parte arrivi.
I bambini dalle origini complesse sono sempre in cerca di indizi legittimanti, negare loro anche un solo frammento del materiale che serve per sentirsi annidati nel mondo, come tutti gli altri bambini, è un atto contrario agli stessi interessi del mondo, in definitiva una barbarie. Se ci sono, se in qualche modo sono arrivati qui, bisogna accoglierli, favorire il legame coi loro genitori, a prescindere da come costoro lo sono diventati, perché si impianteranno nel Dna del bambino, facendolo sentire al sicuro, anche quando sembra impossibile.
Un frammento di padre è sufficiente, così come un frammento di madre, a dare senso. Impossibile opporsi, nell’inutile speranza di rovesciare la freccia del tempo facendo in modo che ogni cosa torni dove la vorrebbero i nostri auspici. Per quanto ci opporremo accadrà comunque ciò che deve accadere. Non è difficile da capire, basterebbe un poco di intelligenza in più e un poco di ostinazione, o forse di ideologia, in meno.
sintesi di Alessandro Bruni
per leggere l'articolo completo aprire questo link