di Sandro Spinsanti. Sguardi alla prossimità e all'etica della salute. Pubblicato nel blog dell'autore il 13 marzo 2023.
È convenzionale associare la spiritualità al tempo della fine, considerandola il collante della conclusione del percorso vitale. Quel tempo che può presentarsi con le sagge parole dell’uomo di religione, come il biblico Qoèlet (3,1-2):
- Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo
- C’è un tempo per nascere e un tempo per morire
- Un tempo per piantare e un tempo per sradicare quello che si è piantato.
Ma anche la cultura più laica, e addirittura pop, predilige la drammatizzazione del tempo che si chiude. Basti evocare l’indimenticabile conclusione della vita assegnata al “replicante” Roy nel film Blade Runner (Ridley Scott, 1982): lui che ha visto cose che gli umani non possono immaginare, “e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo. È tempo di morire e, mentre si muore, sentir svanire i ricordi come lacrime nella pioggia”.
Se poi ci focalizziamo sulla fine della vita come oggetto di specifiche cure mediche, è come se quei trattamenti che vengono condensati nel termine palliazione e spiritualità fossero legati da un intimo rispecchiamento. Si richiamano a vicenda: uno stesso rintocco di campana segna il passaggio da una tensione terapeutica sotto il segno di “fare sempre di più” alla resa in nome della palliazione. A questo punto di svolta subentra l’affidamento del malato che si sta avvicinando alla fine del percorso vitale sia agli specialisti della palliazione, sia agli esperti della spiritualità.
Se aderiamo a questo modello schematico, potremmo parlare per la spiritualità di una marginalità al quadrato: le viene affidato un ruolo marginale nel contesto di una palliazione, già ridotta, a sua volta, a momento residuale nell’ambito della cura. La spiritualità viene così esiliata alla fine della vita. Naturalmente questa impostazione viene rimessa in discussione da una concezione della palliazione che procede parallelamente a tutto il percorso di cura. Se per palliazione intendiamo una modalità di cura che, sensibile non solo alla lunghezza dei giorni di vita, si preoccupi anche della sua qualità, di ciò che va fatto ma anche di ciò che va omesso dal punto di vista degli interventi sanitari, cade anche la legittimazione di un passaggio di consegne dai professionisti sanitari ai professionisti della spiritualità.
Un ulteriore riduzionismo tende a far coincidere la rilevanza della spiritualità alla dimensione religiosa; e questa, a sua volta, nell’ambito della tradizione culturale cattolica, alla ritualità prescritta (preghiere e sacramenti per i morenti, riti funebri). Con tutto il rispetto per le tradizioni che costituiscono il patrimonio culturale che abbiamo ereditato, dobbiamo con forza opporci al confinamento della spiritualità entro questo orizzonte riservato alle cure palliative e all’identificazione con pratiche religiose.
Il punto di partenza di una corretta impostazione della spiritualità nel contesto delle cure per la persona che sta andando verso la fine della vita è il profilo stesso della spiritualità. La priorità va data a un approccio che le garantisca un carattere inclusivo. Liberata dai vincoli delle varie forme del dualismo in cui è spesso confinata – trascendenza vs. immanenza, attenzione all’anima vs. la cura del corpo, culto del sacro vs. laicità, accesso all’eternità vs. condizione temporale – la spiritualità è resa capace di abbracciare la vita umana nella sua interezza.
Più che una definizione formale, può essere efficace a rappresentarla il ricorso a una metafora: se la spiritualità corrisponde a una modalità di stare sulla terra, la facciamo equivalere a un alzarsi sulla punta dei piedi. L’immagine evoca la volontà di limitare la propria impronta ecologica, e quindi: attenzione agli altri viventi, umani e no; rispetto della casa comune; proiezione verso una parabola della vita oltre il beneficio personale o della propria generazione. Tutto ciò richiede una tensione, rappresentata dallo sforzo di alzarsi sulla punta dei piedi.
sintesi di Alessandro Bruni
per leggere l'articolo completo aprire questo link