di Eva Benelli e Maurizio Bonati. Pubblicato in Scienza in rete del 28 marzo 2023.
Sempre più i diritti dei minori sembrano essere usati come un'arma impropria. O, al contrario, se ne dimentica l'esistenza. Dalla maternità surrogata alla vergogna dei bambini in carcere, fino alla deportazione dei bambini ucraini a opera delle forze russe, Eva Benelli e Maurizio Bonati riflettono su come i diritti dei più giovani siano sacrificati nello scontro politico.
Stiracchiati, stropicciati, polarizzati, nelle ultime settimane i diritti che andrebbero riconosciuti ai bambini, a tutti i minori, vengono usati sempre più spesso come un’arma impropria da brandire nell’ambito di scontri tra visioni distanti del mondo. La difesa dei diritti o, al contrario, il facile dimenticare che questi diritti esistono, in nome di una supposta istanza superiore, segnano, ci sembra, eventi diversi e su scale differenti, ma accomunati dalla stessa mancanza di rispetto. Eppure sono quasi 300 anni che, quanto meno il pensiero occidentale, riconosce anche ai minori autonomia e dignità.
Quel reato universale che non c’è
La battaglia infuria ormai da tempo: schierandosi contro la maternità surrogata il governo attuale ha probabilmente capito che è materia di scontro molto più soddisfacente e produttiva che quella sull’aborto. Le incertezze sono tante, le posizioni articolate, la possibilità di dividere l’opposizione e la facilità di raccogliere tanti dietro l’affermazione “no all’utero in affitto” sono ampie.
Non sarebbe più rispettoso di tutti, se davvero si intende combattere il sussistere di un mercato dei bambini e delle mamme (odioso, e chi dice di no) normare in maniera rigorosa la sua versione solidale, così come si è fatto per la donazione degli organi e, guarda un po’, attraverso la stessa legge 40 anche la fecondazione eterologa? Sembra davvero un’ostinazione, che sarebbe ridicola se non fosse drammatica, voler sostenere a tutti i costi l’idea italiana di un reato che di fatto non è universale, semplicemente perché non tutta la comunità internazionale lo percepisce così.
sintesi di Alessandro Bruni
per leggere l'articolo completo aprire questo link