di Luigi Viviani. Sguardi al futuro politico.
L’Intelligenza Artificiale (IA) è diventata il punto di riferimento nel quale si concentra, nel bene e nel male, la gran parte delle innovazioni digitali in diversi ambiti dell’attività umana. La sua accelerazione nell’introdursi in sempre nuove applicazioni, unita ad una serie di problemi nel mondo della comunicazione, tramite il mezzo del ChatGPT, contribuiscono a diffondere una serie di timori circa le sue applicazioni future. Quest’ultimo, capace di produrre testi e saggi di dubbia verità, era stato bloccato dal nostro Garante per la privacy, poi nuovamente reso libero.
L’IA funziona, grosso modo, tramite reti neurali che, attraverso un sistema di nodi, cercano di imitare alcune caratteristiche dei neuroni umani. Una di queste è l’apprendimento per il quale la rete viene addestrata, sulla base di un set di dati, a partire dal quale produce immagini e testi scritti. Dopo una storia di diversi decenni, fatta di alti e bassi, negli ultimi tempi i suoi punti di forza sono costituiti dai vari modelli di simulazione dell’apprendimento umano, dall’enorme quantità di dati disponibili, trattati tramite algoritmi complessi, e dalla gigantesca capacità di calcolo dei computer, che, insieme, hanno consentito di raggiungere traguardi prima inimmaginabili.
Lo stesso concetto di Intelligenza Artificiale tende a suscitare equivoci, anche perché non è ancora una realtà sufficientemente definita, mentre è destinata ad evolvere ancora, mantenendo in vita l’illusione per cui le macchine possano prendere il posto degli uomini. In realtà, come dice il filosofo americano Noam Chomsky: “La mente umana non può essere ridotta a motore statistico ingombrante che fagocita dati, e che, in una conversazione o a una domanda scientifica, estrapola la risposta più probabile, come fa ChatGPT. La mente umana rimane un sistema sorprendentemente efficiente che opera, con una minima quantità di informazioni, e che non cerca di dedurre correlazioni brutali tra i dati, ma di creare spiegazioni”.
Tuttavia, l’IA sta suscitando attenzione ed un certo moderato ottimismo, per le notevoli opportunità che dischiude, per la velocità, propria delle reti di robot, con cui viene applicata in una quantità crescente di ambiti nella vita umana, anche se sarà necessario evitare alcune conseguenze deteriori. Tutto ciò è possibile in caso di attività ripetitive e automatizzate, realizzate mediante algoritmi, In particolare, la stessa ChatGPT, in relazione alla qualità dei dati trattati, può offrire risultati spettacolari anche se non sempre corrispondenti al vero, con possibilità di incorrere in imprecisioni, distorsioni, utilizzati anche per scopi malevoli, in scontri politici ed economici.
Nonostante questi rischi e pericoli, va tenuto presente che un atteggiamento puramente negativo non solo non cambia la situazione del processo in corso, ma aumenta le possibilità di realizzazione degli aspetti pericolosi. Inoltre, siamo di fronte a processi multinazionali che superano gli eventuali divieti dei singoli Stati per cui è necessaria una regolazione europea che già, con la decisione di un primo regolamento, ha assunto una terza posizione, distinta dall’eccessivo liberismo degli Stati Uniti e dal sovranismo autarchico della Cina.
Con una IA generativa si sono rese evidenti, ad esempio, le possibilità di innovare l’agricoltura, alcuni significativi aspetti della produzione industriale, lo sviluppo dell’assistenza sanitaria tramite maggiori diagnosi preventive, la produzione di nuovi farmaci, la spinta nella ricerca scientifica, più efficienti mezzi di trasporto, il tutto con rilevanti effetti sul mercato del lavoro. In materia di lavoro, il poter sostituire il lavoro umano, relativo ad attività ripetitive e automatizzate, determina una modifica delle professioni del futuro, potenzialmente verso una maggiore qualità del lavoro in termini di nuova sintesi tra saperi e competenze.
La formazione è destinata ad acquisire ulteriore importanza specie in direzione della multidisciplinarietà, finalizzata alla consapevolezza che l’IA rimane un mezzo incosciente, che non ha un fine autonomo ed esprime quindi un bisogno di regolamentazione e di etica, in un contento di responsabilità sociale. In tal senso, viene esaltato il compito e il valore dell’intervento politico, teso a rafforzare le competenze di IA nelle imprese, nella Amministrazione pubblica e tra i cittadini, partendo dalla scuola (ITS) e dall’università, con la consapevolezza che in tal modo non si segue il futuro ma si cerca di regolarlo e trasformarlo.
Partendo dalla regolamentazione europea (IA Act), incentrata sulle potenzialità dell’IA e sulla fiducia nei suoi effetti, con l’obiettivo di rafforzare la ricerca e la capacità di applicazione, garantendo, nello stesso tempo, sicurezza e rispetto dei diritti, ora si tratta di agire per farla diventare realtà. Il futuro dell’Intelligenza Artificiale rimane quindi un problema essenzialmente politico. Si tratta di decidere in quali direzioni dovrà evolvere nel nostro Paese, e creare le condizioni politiche, economiche e giuridiche per incanalarla in un percorso di realizzazioni positive. Scontato l’effetto regressivo e scarsamente influente di una posizione negativa e di contrasto, l’IA va affrontata con lungimiranza, ottimismo, moderato dalla consapevolezza dei diversi aspetti della posta in gioco.
Sappiamo, dall’esperienza ancora largamente in discussione dei social, che innovazioni profonde e rapide portano con sé una notevole quantità di rischi e di pericoli, per cui anche l’IA è destinata a confermare la regola. Tuttavia, fin dalle esperienze finora realizzate appare evidente che gli effetti positivi rappresentano il risultato prevalente di questa innovazione, che potranno essere accresciuti da una corretta gestione futura. Saranno le prossime generazioni a fare i conti con questa realtà e trasformare un possibile disordine informativo, che può minacciare la sostanza della nostra democrazia, in una società più ricca di libertà, informazione, lavoro, benessere. In definitiva, il vero test di una positiva gestione della IA sarà rappresentato dalla crescita del grado di umanità complessiva nella vita del Paese.
Admin. Per approfondire l'argomento si ascoltino i podcast di Riccardo Larini
Nota a complemento. Secondo Geoffrey Hinton, «padrino» dell’Intelligenza artificiale, è quasi impossibile individuare e neutralizzare gli “attori maligni” che la useranno. Corriere della sera del 2 maggio 2023.