di Redazione di Infohandicap. Portale per la disabilità in Friuli Venezia Giulia. Pubblicato il 16 maggio 2023.
La Federazione Alzheimer Italia presenta nel nostro Paese una guida - realizzata da Alzheimer Europe - su come offrire assistenza e supporto sensibili, appropriati e di buona qualità alle persone con demenza e ai loro familiari e caregiver rispettando il sesso, l’identità di genere e l’orientamento sessuale di ciascuno.
Afferma la Federazione Alzheimer Italia: “Anche se in anni recenti si sta diffondendo una crescente consapevolezza su questi temi, la società è ancora fortemente influenzata da presupposti eteronormativi - cioè che tutti siano eterosessuali, si identifichino con il sesso attribuito loro alla nascita e vivano in una famiglia biologica - e interessata da fenomeni di omofobia, transfobia e sessismo. Questo si riflette anche nell’attività di cura e supporto, portando spesso a pregiudizi e generalizzazioni su ciò che le persone con demenza vorrebbero o di cui avrebbero bisogno e su quelli che vengono considerati comportamenti ‘normali’ o accettabili”.
Tra le indicazioni contenute: non dare per scontato che tutte le persone con demenza siano eterosessuali e cisgender; coinvolgere i partner e i familiari scelti - non necessariamente biologici o legalmente riconosciuti - nella cura e nell’assistenza; non escludere le persone dalle attività sulla base del loro sesso; impegnarsi per costruire un ambiente in cui ogni individuo si senta accolto e al sicuro.
La guida si rivolge in primo luogo agli operatori sanitari e sociali, ma l'obiettivo più ampio è sensibilizzare la società sulla necessità di combattere le discriminazioni e le disuguaglianze sociali ed economiche che impediscono un accesso a cure e assistenza complete e appropriate davvero per tutti.
A seguire si riportano i punti salienti della guida (di Admin)Il sesso, il genere e la sessualità sono aspetti fondamentali della nostra vita, che influenzano il modo in cui vediamo noi stessi, il modo in cui gli altri ci vedono e la nostra posizione nella società. Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza sul sesso, il genere e la sessualità e sulle diverse identità di genere e orientamenti sessuali delle persone. Sfortunatamente, c’è ancora una mancanza di informazioni su questo argomento nelle cure per la demenza, dove questa parte centrale della nostra identità è troppo spesso invisibile.
La guida riguarda l’esperienza e il benessere di uomini, donne e persone non binarie con demenza che vivono da sole o con un partner e che possono o meno essere sessualmente attive. Non si limita all’esperienza delle persone LGBTQ+, ma la loro esperienza è spesso qualitativamente diversa rispetto a quella delle persone non LGBTQ+ poiché affrontano diversi problemi che altri non incontrano, da cui il frequente riferimento a questo gruppo.
La guida è uno strumento che si rivolge in primo luogo a chi lavora ogni giorno con e per le persone con demenza, ma che vuole anche sensibilizzare tutta la società sulla necessità di combattere le discriminazioni e le disuguaglianze sociali ed economiche che impediscono di garantire a ogni individuo l’accesso a una cura e un’assistenza complete e appropriate indipendentemente dal sesso, dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale.
I suggerimenti non fanno riferimento solo alle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+, ma la loro esperienza è centrale nel documento, perché si trovano più spesso delle persone eterosessuali e cisgender (che si riconoscono cioè nel sesso attribuito loro alla nascita) a dover fronteggiare difficoltà e discriminazioni basate sulla loro identità di genere e sul loro orientamento sessuale.
Ecco le principali raccomandazioni contenute nel documento:
- Non dare per scontato che tutte le persone con demenza siano eterosessuali e cisgender. “È necessario invece ricordare che una persona è più della sua identità di genere e del suo orientamento sessuale, oltre che della diagnosi di demenza”, si afferma.
- Le disuguaglianze di genere e orientamento sessuale possono avere un grande impatto sulla possibilità di ottenere una diagnosi tempestiva e di accedere alle cure: “una persona appartenente alla comunità LGBTQ+, per esempio, ha molte più probabilità di vivere sola anche in età avanzata, così come le donne, che spesso hanno anche un reddito inferiore a quello degli uomini. È compito di ciascuno pensare come combattere questo impatto con il proprio lavoro e sostenere le persone che si sospetta possano avere la demenza, aiutandole ad accedere alla diagnosi”.
- È importante, poi, sostenere le persone con demenza affinché rimangano fedeli alla loro identità di genere (per esempio rivolgendosi a loro usando il pronome da loro scelto o permettendo loro di vestirsi come desiderano), evitando invece di fare pressione affinché esprimano aspetti della loro identità se non vogliono o non si sentono sicure. È fondamentale garantire che possano decidere da sole, con il supporto necessario, chi informare di cosa.
- I partner e i familiari scelti vanno coinvolti nella cura e nell’assistenza, anche se non sono formalmente o legalmente riconosciuti come tali o non provengono dalla famiglia biologica. “Non bisogna dare per scontato che tutti abbiano una famiglia – biologica o scelta, legalmente riconosciuta o meno – tenendo presente che aspetti come lo stato civile e la presenza o meno di figli non sono necessariamente il risultato di scelte e preferenze individuali”.
- Le persone trans vanno aiutate a proseguire le terapie e i trattamenti medici di cui possono avere bisogno per mantenere la loro identità di genere. “È necessario sfidare l’ipotesi che la sessualità e le relazioni siano inappropriate per le persone con demenza. Le persone con demenza devono essere coinvolte il più possibile in tutte le decisioni relative alla propria sessualità”.
- È importante, poi, riflettere sul proprio linguaggio ed evitare espressioni o battute inappropriate basate sull’aspetto, l’abbigliamento o i modi di fare.
- Bisogna evitare di proporre alle persone con demenza solo attività stereotipicamente associate a un genere e di escludere le persone dalle attività sulla base del loro sesso.
- Ognuno può contribuire a sensibilizzare sulle esperienze, i diritti e le esigenze delle persone LGBTQ+, impegnandosi per costruire un ambiente e un’atmosfera in cui ogni individuo si senta accolto e al sicuro e combattendo e denunciando ogni forma di discriminazione e violenza.
- È importante promuovere la diversità e l’inclusione di persone con diverse identità di genere e orientamenti sessuali nel settore socio-sanitario, coinvolgendo membri della comunità LGBTQ+ nello sviluppo di servizi e assistenza, in modo da garantire che rispondano ai diversi bisogni e interessi delle persone.
sintesi di Alessandro Bruni
la guida completa in lingua italiana è disponibile in pdf a questo link.