di Francesco Sassano. Sociologo della comunicazione. Pubblicato nel blog dell'autore il 1°maggio 2023
Alcune delle frasi tipiche, come “Basta capricci” o la più minacciosa “Smettila, altrimenti” rappresentano il modo peggiore per dire al piccolo: non conta la tua voce, non lottare per ottenere ciò che desideri perché non serve a nulla, non hai valore.
Ed invece, sappiamo benissimo che i “capricci” sono il canale attraverso il quale i bambini ci comunicano le loro emozioni, potremmo definirlo un vero e proprio mezzo di comunicazione, l’unico e solo in possesso dei più piccoli per richiamare l’attenzione dei più adulti. Ciò non vuol dire assecondarli – sempre e comunque – esaudire ogni loro richiesta soprattutto quando è materiale, ma significa avere coscienza che dietro un capriccio c’è una motivazione ed è giusto riconoscere anche ai più piccoli il diritto a provare emozioni forti senza essere repressi nelle loro manifestazioni.
Attraverso i capricci i bambini ci comunicano i loro bisogni ed emozioni, ed è dovere di ogni genitore provare ad interpretare al meglio il significato nascosto così facendo si riesce nel difficile compito di accoglienza, sostegno e comprensione.
L’anticipo del bisogno è quella particolare dote di un genitore capace di ascoltare i bisogni del figlio, cercando di dare un nome ed un significato ad un’esigenza primaria oppure ad una semplice emozione.
Molto meglio sostituire il “Basta capricci” sinonimo di una relazione di potere del grande sul piccolo, con la forma più dolce “Vieni qui che mandiamo via le lacrime”, con poche parole esprimiamo un messaggio di empatia e brevemente comunichiamo al bambino: “Non sei solo, ascolto il tuo bisogno”.
Una risposta accogliente ed amorevole, permette al bambino anche di accettare un – NO - a patto che non sia una negazione a priori, che, con il tempo si trasformerà in una gestione della rabbia sempre più consapevole, anche perché le delusioni e le frustrazioni fanno parte della vita quotidiana ed il miglior modo per gestirle è imparare a farlo da piccoli.
Alli Beltrame, nota consulente familiare ha stilato un vero e proprio decalogo d’azioni: “10 modi efficaci per gestire un capriccio”:
- Assicurati che alla base della crisi non ci siano bisogni fisiologici da soddisfare: fame, eccessiva stanchezza, vestiti scomodi, pannolini sporchi, malesseri in arrivo…
- Non prenderla sul personale, mantieni un sano distacco emotivo.
- Ogni persona ha il diritto di manifestare frustrazione, delusione, sofferenza: i tuoi figli sono persone.
- Cerca un contatto fisico ma senza costrizioni: una mano sulla spalla, un contatto oculare.
- “Vieni qui vicino, lo vuoi un abbraccio?” può essere utile, ma se il bambino rifiuta non insistere e soprattutto non abbracciarlo con la forza.
- Parla con voce pacata e tranquilla, senza urlare, otterresti solo altre urla.
- Se siete in un luogo affollato, spostatevi in un posto più isolato dove lasciarlo sfogare senza occhi indiscreti che mettano entrambi in imbarazzo.
- Se non puoi esaudire le sue richieste mantieni la calma e non rincorrere qualsiasi soluzione pur di farlo smettere. Quando l’escalation emotiva arriverà al suo picco, si calmerà fisiologicamente e comprenderà che non è successo nulla di grave.
- Rassicuralo: “Amore, capita a tutti di arrabbiarsi, è normale, capita anche a me. Poi passa. Non rimarrai arrabbiato per sempre”.
- Sii onesto con te stesso: se sei consapevole che con un intenso capriccio un NO si trasformerà in un SÌ, evita a entrambi quella mezz’ora di delirio e… SÌ sia!
Non a caso i bambini, che, hanno una risposta coerente e comprensiva alle loro “intemperanze” da parte dei genitori nel corso della vita riescono ad ottenere i risultati migliori da un punto di vista comportamentale ed emotivo. Per ultimo non dimentichiamo che un atteggiamento amorevole, anche nei momenti più logoranti, è un’assicurazione sulla qualità della relazione (e di conseguenza della vita) sia dei genitori sia dei bambini.
In conclusione la domanda da porsi è la seguente: “Cosa accadrebbe se alcune delle “risposte” che abbiamo su come crescere i nostri figli – le nostre regole genitoriali – fossero imperfette?”
per approfondire l'argomento si legga dello stesso autore Crescere bambini felici