di Paolo Ermani. Esperto in sostenibilità. Pubblicato in Il cambiamento del 28 aprile 2023.
La società dell’opulenza e dello spreco ci fa credere che se non abbiamo il superfluo siamo poveri e così, di generazione in generazione, le persone si abituano ad avere sempre di più. Ma quel di più non le rende felici, serene, né tantomeno fiduciose del futuro se, come ci dicono in maniera chiara i dati, aumenta vertiginosamente il consumo di antidepressivi, non si fanno più figli e ci si sente sempre più soli.
Non sarà che manca proprio quella semplicità, quella leggerezza del vivere che è insita in noi e che viene dalla pubblicità incessante e che dobbiamo assolutamente comprare facendoci credere che ci possano colmare il vuoto esistenziale?
In questo modo si ottiene il vero benessere e inoltre, vivendo semplicemente quindi leggeri sul pianeta, si permette anche a tanti altri semplicemente di vivere. Quegli altri che, per permetterci il nostro vivere per i soldi da spendere nei “consigli per gli acquisti”, fanno vite assai dure e grame. Infatti senza lo sfruttamento di persone lontano dagli occhi e dal cuore e senza la distruzione dell’ambiente, non avremmo mai potuto accedere al paese dei balocchi.
Ecco quindi che diventa fondamentale recuperare la semplicità della vita, la semplicità delle relazioni, del lavoro per liberarci dall’incantesimo e per liberare dalle catene le tante persone che rendono possibile il paese dei balocchi. Per agire in questa direzione non servono miracoli, impegni impossibili o vivere di bacche e radici; serve invece agire con il buon senso eliminando ogni spreco, di tempo, di soldi, di lavoro, di materiali, di energia, di cibo, in modo da alleggerire la vita e avere finalmente la possibilità di poter godere del paradiso terrestre che già abbiamo su questa terra.
sintesi di Alessandro Bruni
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