di Redazione da Newsletter della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli del 24 giugno 2023.
E di super-ricchi che si spingono oltre i limiti è paradigmatica la vicenda del sommergibile Titan, della compagnia OceanGate, disperso da domenica scorsa e imploso nell’oceano Atlantico settentrionale sulla rotta del Titanic (Il Post). Una notizia che molti associano alle tragici naufragi di migranti di questi mesi:
“perché non mostriamo lo stesso interesse per i disperati che affondano davanti alle nostre coste? Perché sono numeri e non persone? Perché non sono anche loro vite da salvare, ma un problema da tenere lontano?”, si chiede Riccardo Luca su La Repubblica.
Settecentocinquanta persone si fa fatica perfino a immaginarle, eppure passano più inosservate dei cinque esploratori miliardari, ha scritto in un post la giornalista di Internazionale Annalisa Camilli:
Cinque miliardari decidono di andare con un sommergibile a cercare il relitto del Titanic nell'oceano Atlantico. Si perdono. Tutti i giornali del mondo si appassionano alla loro storia e gli danno una grande visibilità. Negli stessi giorni settecentocinquanta persone, tra cui cento bambini, s'imbarcano a Tobruk, in Libia, per arrivare in Italia. Sono soprattutto siriani di Daraa, pachistani del Punjab, egiziani. Spesso hanno famiglie che vivono in Europa. Non è difficile scoprire le loro identità e mettersi in contatto con le loro famiglie. Ma rimangono numeri. Al massimo qualche peana sulla fine dell’Europa. Settecentocinquanta persone si fa fatica perfino a immaginarle, eppure passano più inosservate dei cinque esploratori miliardari. S'inabissano a 47 miglia dalle coste del Peloponneso, in uno dei punti più profondi del Mediterraneo, davanti alle navi della guardia costiera e a dei mercantili che stanno a guardare. Le persone a bordo avevano chiesto aiuto per ore. La notizia rimane sui giornali e sui siti per mezza giornata.
Il razzismo e la differenza di classe, spiegati bene.