di Luigino Bruni. Pubblicato in Avvenire del 15 giugno 2023.
«L’esperienza insegna che il momento più critico per i cattivi governi è quello che registra i primi passi verso la riforma». Questa frase del filosofo e politico Alexis de Tocqueville (L’antico regime e la rivoluzione, 1856), è la base della cosiddetta “Legge” o il paradosso di Tocqueville che può valere per ogni processo di riforma di organizzazioni, imprese e comunità.
L’intuizione di Tocqueville è particolarmente preziosa per comprendere i processi che stanno vivendo molte Organizzazioni a Movente Ideale (Omi), comunità carismatiche, associazioni, movimenti spirituali fondati nel ‘900 e che oggi, dopo la scomparsa dei fondatori, si trovano dentro processi di riforma. Se si osservano queste istituzioni ecclesiali e civili ci accorgiamo che molte di quelle che stanno tentando riforme stanno in realtà alimentando la loro crisi.
Una ragione principale di questa oggettiva inadeguatezza ha a che fare con la difficile gestione dell’eredità del passato. La forma di governo ereditata era stata disegnata sulla base delle persone dei fondatori, delle loro idiosincrasie e caratteristiche carismatiche; e in quanto tale poteva funzionare solo con e per i fondatori i quali pensavano che sarebbero cambiate solo le persone ma gli “otri” (strutture) e il “vino” (carisma) sarebbero rimasti gli stessi.
La legge di Tocqueville dice che dopo la scomparsa dei fondatori c’è bisogno di una discontinuità assoluta e radicale di governance e governo, dato che assieme deve evolvere anche il carisma (un carisma immodificabile è un carisma morto).
sintesi di Alessandro Bruni
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