di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
Riflessioni sul libro di Franco Bifo Berardi "Disertate" e sul libro di Daron Acemoglu "Power and Progress"
Negli ultimi 20 anni il capitalismo regolato dagli Stati e dalla politica che, pur con tanti limiti, produsse eguaglianza, welfare e progresso in Occidente nei primi 30 anni del 2° dopoguerra (les trente glorieuses), è cambiato radicalmente. Allora fu possibile uno sviluppo all’insegna dell’eguaglianza per 2 fattori (come dice Daron Acemoglu nel suo libro Power and Progress a pag. 215): 1. tecnologia e automazione furono usate non solo per risparmiare sui costi, ma per creare nuove mansioni, nuovi lavori e opportunità, 2. Sindacati e movimenti sociali ebbero la possibilità di regolare e mitigare il potere delle imprese. Oggi sono i “mercati” e la “finanza” che guidano (da soli e senza opposizione), i tecnici eseguono e i politici occidentali (nazionali) possono poco e meno fanno. Le grandi scelte sono in altre mani e si adeguano (poco o tanto).
Le Istituzioni mondiali (Onu, Oms, WTO, FMI, Banca Mondiale,…), costruite nel secolo scorso sotto l’egida dell’Occidente, vedono declinare la loro leadership. Chi ha creato il gigante Cina, scopre che ora vuole una parte di potere (coi Brics). Il dio denaro (con la iper-globalizzazione deregolata e l’iper-liberismo) come nel Faust ti aiuta ma poi esige il “conto”.
La Cina ha adottato il peggio dell’Occidente (tipo di produzione e sorveglianza), introducendo nel 2009 il credito sociale: chi non sta alle regole del potere è sanzionato fino a perdere il diritto alla mobilità (lì il “green” pass c’è da tempo).
Gli Stati Uniti stanno portando da 20 anni alla miseria la maggioranza dei loro cittadini e degli europei e usano da 30 anni la guerra come motore della crescita. Ora temono l’arrivo di chi (Brics) non è più disposto al loro dominio. Intelligenza Artificiale e innovazioni tecnologiche non regolate faranno gli stessi danni del passato: vantaggi a pochi e svantaggi ai più. Con la scoperta della macchina a vapore si mandarono i bambini in miniera, con la scoperta dell’America si diffusero gli schiavi, domani la “modernità” sarà licenziamenti di massa, povertà diffusa e individualismo. Agli ottimisti tecnologici si può spiegare che le innovazioni producono benessere se sono regolate e discusse con la maggioranza, non quando sono decise da monopolisti o oligarchi. Solo allora la tecnologia si traduce, anziché in automazione e sorveglianza, in nuove mansioni e servizi con vantaggi per tutti i lavoratori e un loro maggior potere, come pure è stato e sarebbe possibile.
Se la Cina usa l’AI per il credito sociale, in Occidente Facebook e gli altri giganti digitali per guidare informazioni, consumi e indebolire la democrazia.
L’Europa poteva essere il “terzo polo” nel XXI secolo tra Cina e Usa ma, usando e regolando le innovazioni tecnologiche per diffondere benessere e welfare, diventare un “faro” mondiale, non solo per i suoi cittadini. Schierandosi col polo Usa in declino e seguendo la via liberista, oggi non solo non conta nulla, ma segue la via sbagliata. Un peccato di omissione che ci costerà caro, innanzitutto a noi italiani (e da 3 anni si comincia a vedere).
Miseria e paura aumentano. Il cittadino senza potere “diserta” la comunità, del resto non ci sono luoghi dove possa decidere con altri: tutto cala dall’alto. Calano così votanti e volontari, ai partiti è iscritto il 2% dei cittadini (erano 8% 20 anni fa), rinchiusi in sempre più piccoli gruppi (sempre più virtuali). Poichè dialogare è faticoso, si passa all’invettiva e gli avversari diventano nemici. La politica potrebbe essere il luogo dove favorire l’incontro per costruire il bene comune, sulla base di dati, sperimentazioni, buone pratiche. Invece coltiva divisioni per alimentare il suo politichese. In attesa di nuove, buone, grandi idee e movimenti (anche radicali poiché i tempi lo esigono), si formino nuove comunità e nuove relazioni dal basso. Esili speranze che potrebbero però trasformarsi in un agire collettivo, prima che arrivi l’”Uomo solo al comando”. Se non capiremo, arriverà il dolore e poi forse rinascimento, come insegna la storia.