Sintesi di Alessandro Bruni tratta dalla quarta di copertina e dalla presentazione dell'autore del suo libro “A pugni chiusi. Psicoanalisi del mondo contemporaneo”, Feltrinelli, 2023.
Dalla quarta di copertina. In questo libro Massimo Recalcati si rivela commentatore lucido e originale della nostra vita collettiva degli ultimi vent’anni: le trasformazioni della famiglia, il disagio della giovinezza, il declino irreversibile dell’autorità paterna, il ricorso diffuso alla violenza, lo scientismo come nuova forma di religione, il culto ipermoderno del corpo in salute e del benessere, la medicalizzazione della vita, lo schermo narcisistico dei social, l’isolamento e la spinta melanconica alla morte in un mondo dominato dal consumo e dalla celebrazione dell’immagine, la crisi economica e la precarietà del lavoro, il trauma della pandemia e la sua incidenza sulle nostre esistenze, l’orrore della guerra e della repressione patriarcale degli ayatollah contro le donne sono solo alcuni dei temi affrontati, insieme a quelli più direttamente politici che riguardano i ritratti psicoanalitici dei maggiori protagonisti della politica nazionale e internazionale dell’ultimo ventennio come Berlusconi, Grillo, Renzi, Salvini, Mattarella, Draghi, Trump e Putin. In queste pagine Recalcati offre al lettore un appassionato ritratto antropologico del nostro Paese e dei problemi del mondo contemporaneo.
Dalla presentazione di Recalcati edita in La Stampa del 9 maggio 2023. I pugni chiusi sono un simbolo di protesta e di rivolta. Ma anche di sofferenza e di rabbia. Il mondo contemporaneo ha messo in questi ultimi vent'anni brutalmente alla prova i nostri nervi. La grande crisi finanziaria, il terrorismo, la pandemia e la guerra sono stati, e continuano a essere, una serie di traumi individuali e collettivi impressionante che si è dispiegata nel giro di un tempo storico brevissimo. L'analisi di questi fenomeni e, soprattutto, del loro contraccolpo psicologico sulle nostre vite è al centro di questo libro.
La prima parte del libro si concentra sull'interpretazione della nostra vita sociale, che mette in risalto alcuni grandi temi: l'evaporazione del padre, la crisi generalizzata del discorso educativo, il disagio dei genitori e dei loro figli, la trasformazione della famiglia, il grande problema del "fine vita", le nuove dipendenze patologiche, il ricorso alla violenza, l'iperconnessione come alienazione, i miti ipermoderni del successo individuale e del godimento immediato, il rifiuto neolibertino del senso della Legge e altri ancora che offrono un ritratto composito della nostra Civiltà. Da questo quadro si deduce come il nostro tempo sia caratterizzato da un'angoscia inedita: per un verso, il dominio della tecnica ha consacrato l'uomo come padrone della Terra, per un altro verso questa padronanza si rivela come potenzialmente minacciosa per la vita stessa dell'uomo, oltre che per il mondo intero.
È il teatro contemporaneo: la vita si protegge dalla vita, cementifica i suoi confini, potenzia il proprio sistema immunitario, si impegna nel difendere la propria identità. Anche la violenza della guerra scatenata dalla Russia di Putin contro l'Ucraina o dagli ayatollah contro le donne iraniane vorrebbe ribadire il carattere inviolabile dei vecchi confini.
È il circolo demoniaco della pulsione di morte: più le difese del sistema si rafforzano escludendo l'alterità, più si va incontro alla dissoluzione del sistema.