di Riccardo Bonacina. Giornalista, fondatore di Vita.it. Pubblicato nel blog dell'autore "La Puntina" il 22 luglio 2023.
“Indietro tutta”, si chiamava così una fortunata e popolare trasmissione di Renzo Arbore con Nino Frassica e le ragazze Coccodè (anni '87-'88). Un titolo che può ben esprimere l’attuale frangente politico. Al posto delle ragazze Coccodè il personale politico che ci ha regalato l’ultima tornata elettorale, quella del 25 settembre scorso. Come leggere le notizie di queste settimane se non come un continuo arretramento anche su conquiste recenti? Il tentativo di avvicinare la casta dei politici alle condizioni media dei cittadini? Indietro tutta. Le misure contro la povertà? Indietro tutta. La qualità dell’informazione Rai? Indietro tutta. Ma andiamo con ordine.
Partiamo dalle picconate alla lotta ai privilegi della politica.
Il 7 luglio scorso il Consiglio di garanzia del Senato ha dato il via libera a una delibera che prevede il ripristino dei vitalizi degli ex senatori tagliati nel 2018 con un provvedimento che prevedeva il ricalcolo in base al sistema contributivo (e non più retributivo allineando con ritardo anche i parlamentari alla generale riforma pensionistica) che aveva permesso al Senato di risparmiare circa 40 milioni di euro all’anno. Ora invece il passo indietro andrà a beneficio di 851 ex senatori e 444 familiari di senatori deceduti, che torneranno a ricevere i loro mega-assegni. Vedremo se anche la Camera dei deputati seguirà “l’esempio”.
Il 13 luglio, intanto, alla Camera l’Ufficio di presidenza di Montecitorio con una delibera, la 45/202 decide che ai presidenti dei gruppi parlamentari di Montecitorio verrà corrisposta una indennità aggiuntiva pari a quella già erogata ai presidenti di commissione, pari a 2.226,92 euro lordi al mese, 1269,34 euro netti. L’indennità arriverà anche per i presidenti delle componenti del gruppo Misto, ma ridotta alla metà. Pd, Avs e Iv con il deputato Roberto Giachetti si sono astenuti sulla decisione di aumentare le indennità. Gli altri gruppi parlamentari, M5s e centrodestra hanno dato l’ok.
Si tenga presente che attualmente i deputati hanno diritto a un’indennità netta di 5.000 al mese più una diaria di 3.503 e un rimborso spese di mandato pari a 3.690 euro. A questi si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323 fino a 3.995 euro ogni tre mesi per i trasporti. A conti fatti i deputati guadagnano quasi 14mila euro netti al mese, a cui adesso, per i capigruppo andranno ad aggiungersi altri 1.269 euro netti, cifra simile ad altre indennità di funzione. Sfondando così i 15 mila netti. Era proprio necessario sottolineare una volta di più i privilegi della casta di fronte a un Paese in sofferenza? Si pensi che titolari di redditi fino a 29 mila euro sono il 77,8% degli italiani!
Indietro tutta anche per le misure contro la povertà.