di Lucia Benaglio. Pubblicato in Upo Aging Project del 22 agosto 2023. Focus senilità
Non tutti coloro che possiedono un superpotere indossano un mantello, alcuni indossano degli occhiali da lettura e un paio di comode pantofole. Il superpotere di cui stiamo parlando è la capacità di mantenere una mente brillante ed efficiente fino a 80 anni e oltre, sfidando l’assunto comune secondo cui il declino cognitivo è una parte naturale dell’invecchiamento. Le persone che possiedono questo superpotere sono i SuperAgers.
Il termine SuperAger fu coniato 15 anni fa dai ricercatori della Northwestern University di Chicago per indicare anziani di 80 anni o più con capacità cognitive – ovvero la capacità di imparare, ricordare e risolvere problemi – paragonabili a quelle di un cinquantenne. La Northwestern University sta osservando da anni i SuperAgers con l’obiettivo di capire cosa rende queste persone così straordinarie, in modo da trovare delle strategie per prevenire il declino cognitivo correlato all’invecchiamento.
Sembra che il cervello dei SuperAgers resista maggiormente al deterioramento legato allo scorrere del tempo. In particolare è emerso che la parte anteriore della corteccia cingolata risulta significativamente più spessa nei cervelli dei SuperAgers rispetto ai cervelli delle persone di 50 anni. Infine i ricercatori hanno scoperto che, anche confrontati con giovani adulti, il cervello dei SuperAgers contiene una maggior concentrazione di un tipo particolare di neuroni, i neuroni Von Economo, responsabili dell’intelligenza sociale e della consapevolezza.
Purtroppo il segreto dei SuperAgers non è stato ancora svelato: partono avvantaggiati, con cervelli più grandi e più dotati sin dalla nascita, o i loro cervelli hanno, per qualche ignota ragione, maggiori difese contro gli attacchi dell’invecchiamento? Quali sono i fattori che hanno determinato il loro “super potere”?
- Un primo fattore potrebbe essere l’ambiente in cui viviamo. Studi hanno dimostrato che esperienze arricchenti, come un’istruzione avanzata o una professione stimolante, possono aiutare i cervelli a essere più longevi.
- Un secondo fattore potrebbe trovare radici nella genetica.
- Un terzo fattore potrebbe riguardare l’aspetto sociale: sembrerebbe che i SuperAgers abbiano un maggior numero di interazioni sociali positive rispetto ai coetanei con capacità cognitive nella norma. Questo dato sarebbe in linea con i risultati di ricerche precedenti che dimostrano che l’integrazione sociale, il rapporto con la famiglia e il supporto emotivo che si riceve dalla propria rete sociale hanno una correlazione positiva con la funzione cognitiva.
Siamo ancora lontani dal capire il vero motivo per cui alcuni cervelli resistono meglio al declino correlato all’età, ma gli studiosi hanno elaborato due teorie che ruotano attorno ai concetti di “riserva cognitiva” e “mantenimento cerebrale”. La teoria della riserva cognitiva si riferisce all’idea che alcuni cervelli siano abbastanza forti da resistere agli effetti dell’invecchiamento e delle malattie. La teoria del mantenimento cerebrale si riferisce invece all’idea che alcuni cervelli abbiano una marcia in più per continuare a funzionare bene nonostante l’invecchiamento e le malattie.
I SuperAgers sono la dimostrazione vivente che il declino cognitivo non è inevitabile: si può vivere bene e mantenere una mente brillante ed efficiente anche in età avanzata.
sintesi di Alessandro Bruni
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