di Marco Bo. Pubblicato in Il Punto del 7 agosto 2022.
La contraccezione è l’uso di metodi – naturali o artificiali – idonei a prevenire l’insorgenza di una gravidanza. I metodi naturali implicano semplicemente di astenersi da rapporti sessuali nei giorni in cui la probabilità che avvenga un’ovulazione è maggiore, cercando di identificarli in base alle caratteristiche teoriche di un ciclo mestruale regolare di 28 giorni (metodo di Ogino-Knaus) o valutando la fluidità del muco cervicale (metodo di Billings) o la temperatura basale (che aumenta nel periodo ovulatorio).
Al contrario, i metodi artificiali consentono di prevenire la gravidanza, pur avendo rapporti sessuali, ricorrendo a dispositivi a barriera o a prodotti ormonali. I dispositivi a barriera possono impedire l’accesso degli spermatozoi al canale cervicale (ad esempio il preservativo o il diaframma), inibire o causare la necrosi degli spermatozoi (ad esempio gli spermicidi e le spugne vaginali) o ostacolare l’accesso degli spermatozoi all’utero e rendere l’endometrio uterino inadatto all’impianto di un embrione (ad esempio la spirale). I contraccettivi ormonali sono farmaci che inibiscono l’asse ipotalamo-ipofisario, responsabile della fisiologica secrezione ciclica di estrogeno e progesterone da parte dell’ovaio e, di conseguenza, dell’ovulazione. Si possono distinguere contraccettivi ormonali estro-progestinici – da assumere in modo ciclico a intervalli di 21 giorni, distanziati da periodi di 7 giorni in cui avviene il flusso mestruale – e contraccettivi ormonali a sola componente progestinica – da assumere dal primo giorno di flusso mestruale per tutto il periodo in cui si intende evitare l’insorgenza della gravidanza.
Sono, inoltre, disponibili cerotti a rilascio transdermico di progestinici o iniezioni sottocutanee di preparazioni ormonali a lento rilascio (formulazioni depot). I contraccettivi artificiali possono essere utilizzati in previsione o in concomitanza con un rapporto sessuale. Qualora uno di essi non abbia funzionato o non sia stato utilizzato in modo adeguato (ad esempio in caso di rottura o sfilamento del preservativo o di errori o dimenticanza nell’assunzione della pillola contraccettiva), è possibile prevenire l’insorgenza della gravidanza assumendo il più precocemente possibile un contraccettivo d’emergenza. Lo stesso metodo può essere utilizzato per prevenire l’insorgenza di una gravidanza dopo un rapporto sessuale non protetto.
Infine, e necessario ricordare che ancora oggi il metodo contraccettivo più utilizzato al mondo è la sterilizzazione volontaria. Essa consiste nel sottoporsi a un intervento chirurgico di legatura/ interruzione delle tube uterine o dei dotti spermatici, oppure nell’applicazione di materiali atti a determinare una reazione fibrosa che blocca il lume delle tube uterine. Nella donna l’intervento può essere effettuato anche in concomitanza con il parto
Il fatto di disporre di metodi contraccettivi artificiali – più efficaci e sicuri rispetto a quelli naturali – ha comportato un salto morale, che ha aperto la strada a un vero e proprio cambiamento del paradigma etico di riferimento nell’ambito della riproduzione umana. Consentendo di controllare in modo efficace la separazione fra l’atto sessuale e quello riproduttivo, la contraccezione ha reso per la prima volta la riproduzione una scelta personale, pienamente individuale, soggetta soltanto alla volontà e alla responsabilità del singolo. Una pietra miliare, cui si aggiungeranno nei decenni successivi la riproduzione artificiale e la gestazione per altri.
Sacralità della vita e libertà
Dal punto di vista dell’etica della sacralità della vita, la contraccezione è considerata un atto contro natura, perché scinde la finalità unitivo-affettiva (sessuale) del coito da quella riproduttiva. In questo modo, la contraccezione fa perdere specificità, ovvero s-natura l’atto sessuale umano che – pur essendo identico a quello degli altri mammiferi da un punto di vista biologico – richiedendo una relazione interpersonale apporta una componente affettiva all’atto in sé. In un certo senso, fa venir meno l’azione purificante della riproduzione sulla sessualità.
Al contrario, una parte dell’etica femminista vede nella contraccezione – come nell’aborto – un mezzo per garantire maggiore libertà sessuale e riproduttiva alle donne, eliminando un fattore – la riproduzione involontaria – che può portare a subordinare la donna all’uomo. Allo stesso tempo, tuttavia, oggi la contraccezione può essere considerata un atto moralmente indifferente.
Il giudizio morale sull’uso della contraccezione dipenderà dalle ragioni e dal fine che spinge il singolo o la coppia a utilizzarla, potendosi distinguere ragioni lecite (ad esempio, la scelta consapevole di avere rapporti sessuali senza riprodursi o il fatto di evitare il rischio di una gravidanza che possa mettere in pericolo la vita o la salute della donna) o ragioni moralmente sbagliate (ad esempio un suo uso fraudolento all’insaputa o contro la volontà del singolo o del/della partner).