di Redazione. Pubblicato in Morning future del 20 settembre 2023.
Tutti noi sappiamo cosa fanno gli infermieri. O, quantomeno, pensiamo di saperlo. Negli ospedali li riconosciamo subito grazie alla loro divisa, solitamente bianca, blu o verde. Tuttavia, quella che sembra una professione ben delineata e identificabile, sta vivendo grosse trasformazioni al punto che, talvolta, gli stessi studenti di infermieristica, quando si avvicinano al mercato del lavoro, incontrano uno scenario più ampio e variegato rispetto a quello immaginato.
Questo accade soprattutto perché, in parte, la professione dell’infermiere sta ampliando le sue possibilità lavorative, oltre al tradizionale impiego ospedaliero, per muoversi verso ambienti differenti come ospedali di prossimità, case di cura territoriali, ADI integrate e strutture di assistenza per gli anziani, a causa soprattutto della maggiore diffusione di malattie croniche dovute all’invecchiamento della popolazione.
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento demografico della popolazione e, di conseguenza, dei bisogni di salute. Quindi è necessario un modello organizzativo diverso da prima: si deve rafforzare l’assistenza sul territorio e investire sempre di più sulla figura professionale dell’infermiere, tenendo conto di tutte le sfaccettature di questo lavoro.
Nuove figure stanno quindi nascendo nel mondo infermieristico. Una delle più rilevanti è quella dell’infermiere di famiglia e di comunità, che supporta il medico di base nel rapporto con i pazienti e nella loro assistenza sanitaria. Si prevede che, in futuro, questa figura possa essere autorizzata anche a prescrivere medicinali ed esami, come già avviene nel Regno Unito.
C’è poi la figura dell’infermiere case manager che si occupa dell’assegnazione e del coordinamento dei servizi sociosanitari per i pazienti. Una sorta di “alleato dei pazienti”, che procura loro i servizi di cui necessitano, in un’ottica di ottimizzazione ed efficacia, avendo anche conoscenze di sanità digitale e telemedicina.
Un’altra nuova figura che si sta affermando è quella dell’infermiere legale e forense, che supporta i pazienti o i tribunali negli aspetti legali, spesso nell’ambito di cause per mala sanità o violenze, avendo conoscenze sia infermieristiche sia giuridiche, grazie a un apposito percorso di studi specialistici.
I cambiamenti in corso
La vita media della popolazione si sta allungando e, quindi, mutano anche i bisogni dei pazienti. Secondo i dati Eurostat, nel 2022 l’Italia era il Paese dell’Unione Europea che registrava l’età media più elevata: 48 anni contro una media di 44,4. Stando all’Istat, nel 2022 il 24 per cento della popolazione residente in Italia aveva più di 65 anni, mentre solo il 13 per cento aveva meno di 15 anni.
Una popolazione più anziana e meno attiva è caratterizzata da un numero maggiore di malattie croniche e a bassa intensità di cure. Tuttavia, l’ospedale non è il posto adatto per occuparsi di questo genere di pazienti sul lungo periodo: essi, di conseguenza, vengono affidati alla medicina di territorio, che se ne prende cura tramite il medico e l’infermiere di famiglia, l’ospedale di prossimità, le residenze per anziani, le strutture mediche private e le cooperative.
L’ospedale di prossimità, ad esempio, è una struttura sanitaria pensata appositamente per chi è affetto da patologie croniche. Diversamente dall’ospedale a cui siamo abituati a pensare, conta un minor numero di medici e più figure infermieristiche e assistenziali, poiché ospita pazienti che hanno bisogno di servizi di cura e assistenza e – più raramente – di interventi medici specifici e complessi.
Oltre all’aspetto demografico, un altro elemento che ha fatto emergere con forza la centralità della medicina di prossimità è stata la pandemia da Covid-19. Essa ha reso evidente che, senza diffusi presidi territoriali capaci di agire da filtro sanitario tra popolazione e ospedali, il carico di lavoro su questi ultimi diventa non sostenibile, compromettendone l’efficacia e la capacità di risposta.
Nel nostro Paese, l’infermiere di famiglia, così come le altre nuove professionalità che si stanno affermando, sono ancora figure di nicchia e spesso poco note anche tra gli stessi infermieri, dato che molti non le considerano ancora come opzioni primarie nel loro cammino professionale. Tuttavia, saranno proprio le competenze infermieristiche extraospedaliere e legate alla dimensione territoriale a diventare sempre più centrali negli anni futuri, rappresentando nuovi interessanti sbocchi lavorativi per coloro che si approcciano a questo settore affascinante e in continua evoluzione.
sintesi di Alessandro Bruni
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