di Stefano Arduini. Pubblicato in Newsletter di Vita.t del 23 novembre 2023.
Sara De Carli mette a fuoco nel modo corretto la questione. L'uccisione di Giulia Cecchettin interpella tutti e chiama tutti alle proprie responsabilità nei confronti dei più giovani: in una parola, alla responsabilità educativa, che non è solo della scuola o solo della famiglia. Il pezzo sente sei esperti e individua sei parole da cui ripartire: Controllo con Maria Amadini; Amore con Laura Formenti; Emozioni con Paola Milani; Conflitto con Daniele Novara; Dono con Luca Milani; Frustrazione con Laura Pigozzi.
Sul sito di VITA in questi giorni trovate molti contenuti di qualità. Qui ne segnalo tre. L'intervista a Mario De Maglie, vicepresidente del Centro di ascolto uomini maltrattanti (intitolata: «Demonizzare gli uomini non serve, la violenza di previene insieme»): la violenza sulle donne è un fenomeno culturale, di cui anche gli uomini devono parlare e su cui anch'essi devono agire.
Mentre qui Mariangela Zanni, presidente del Centro veneto progetti donna – Auser, spiega a VITA le ragioni culturali che sono alla base della violenza sulle donne.
«La cultura maschilista è ancora molto viva nelle nuove generazioni e si intreccia spesso con le difficoltà e fragilità personali dei ragazzi di oggi», sostiene in questo dialogo il criminologo Paolo Giulini, che da 30 anni lavora con i giovani autori di reati sessuali: «Questi ragazzi, però non sono mostri. Sono individui che faticano nel riconoscere alle coetanee autonomia, libertà e dignità».
Stalcio dall'articolo di Maurizio Molinari a titolo "Femminicidi, fermiamo la strage" pubblicato in la Repubblica del 24 novembre 2023. [...] Non c'è dubbio sul fatto che i femminicidi nascono dall'assenza di rispetto nei confronti delle donne - e ciò attraversa ogni categoria sociale, anagrafica e geogrtafica - ma è doveroso porre l'interrogativo sul perché tale aberrazione abbia contagiato i più giovani fra noi: coloro che dovrebbero essere più consapevoli dell'importanza dei diritti e dei doveri che garantiscono sicurezza e prosperità nelle nazioni democratiche. E' una domanda lacerante perché chiama in causa tutti noi: non solo i giovani ma anche i loro genitori, insegnanti, amici, compagni di sport, gite o qualsiasi altra attività. Com'è possibile che il delitto più antico e feroce - il femminicidio - sia oggi commesso da un nativo digitale come fosse un barbaro dell'antichità? [...]