di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
Prima i fatti, poi i commenti direbbe una bravo giornalista.
I fatti. Dal prossimo gennaio 2024 i clienti che sono nel mercato tutelato (10 milioni) dovranno passare al “libero mercato” dell’energia dove operano (in Italia) ben 700 utility (aziende) private. Il mercato tutelato è stato avviato nel 2007 con la riforma Bersani che prevedeva che anche nei settori del gas ed elettricità ci fosse un mercato concorrenziale e la libertà per i cittadini-clienti di passare da un mercato all’altro (tutelato vs libero e viceversa), ma non l’obbligo come avviene ora.
Inoltre che ci fosse un ruolo dello Stato (calmieratore dei prezzi) tramite la presenza di un grande operatore pubblico (Acquirente Unico) che comperava all’ingrosso gas e luce e garantiva così bassi prezzi a chi non vuole rompersi la testa nelle moltissime clausole (opache) che hanno i contratti del libero mercato, i quali, a differenza per esempio del telefono, sono complicati e spiega perché tutti i miei amici (anche laureati) non ci capiscono nulla, figurarsi i poveracci delle periferie italiane.
Per difendere le fasce più deboli Bersani aveva introdotto, come prevede la buona teoria economica, di dare la possibilità a questi clienti (che non hanno tempo e conoscenze per potersi districare nelle mille offerte di un mercato opaco) di poter scegliere l’Acquirente Unico, una società pubblica che, acquistando gas e luce sul mercato internazionale e, contando sul potere di mercato di milioni di consumatori, garantiva prezzi bassi e tutelati dallo Stato.
L’Acquirente Unico partecipa infatti al mercato come uno dei tanti soggetti ma rende i prezzi più vantaggiosi per tutti, anche quei clienti che sono nel “libero mercato”, in quanto le aziende private devono tener conto dei bassi prezzi offerti dal mercato tutelato.
Anche in altri settori è avvenuto, si pensi alle prime cooperative di consumo alimentare che, se fanno bene il loro mestiere (non sempre), diventano un soggetto tra i tanti del mercato e permettono ai propri piccoli clienti-consumatori di potersi meglio difendere nel mercato globale. Ma qui è semplice perché il consumatore ha come riferimento il prezzo e la qualità (bio o no), mentre nel gas e luce i contratti sono complessi e opachi.
Per questo disporre di un Acquirente Unico è un mercato tutelato è una garanzia di protezione, in quanto il prezzo all’ingrosso è più vantaggioso se ci sono milioni di consumatori aggregati; infine c’è un controllo pubblico che dà maggiori garanzie. Che è quello che si insegna agli studenti di economia al 1° anno.
L’idea che da 40 anni sta passando è invece quella di creare finti “mercati liberi”, in cui ci sono sempre meno aziende (e senza Autority che regolano i mercati), in modo che si formano di fatto oligopoli e sempre più pochi giganti che fanno scomparire i piccoli. Anche Enel è uno di questi con l’88% del mercato elettrico, e se anche è partecipata dallo Stato, opera come un’azienda privata.
Così, gradualmente, i mercati da concorrenziali si trasformano in oligopoli o monopoli (come nel digitale) a causa del loro grande potere di mercato.
L’Acquirente unico ha garantito prezzi bassi se si considera che negli ultimi 3 anni solo il 10% dei clienti nel “libero mercato” è riuscito ad avere prezzi minori del mercato tutelato, mentre il restante 90% ha ottenuto prezzi maggiori. L’Unione Nazionale Consumatori ha calcolato che da dicembre 2021 a settembre 2023 la luce è cresciuta nel mercato libero del 68%, mentre in quello tutelato del 21%; il gas da dicembre 2021 nel “libero” del 47% contro un calo dell’11% nel tutelato e sono 126 le offerte sul “libero” peggiori del “tutelato” contro solo 7 migliori.
Pasolini suggerì che bisogna avere il coraggio di fare i nomi. Chi ha voluto la fine di questo mercato tutelato? Renzi e Calenda e i loro consiglieri liberal, ma è stato Mario Draghi ad inserirlo tra le cosiddette “riforme" che il PNRR deve fare, a dimostrazione che una parte di politici allineati ad una politica che vuole favorire privatizzazioni e liberalizzazioni secondo i dettati dell’economia globalista che vorrebbe che l’Europa fosse un mero mercato per le multinazionali globali e un nano politico.
Politica assunta anche dal Governo Meloni, nonostante proprio in questi giorni sia uscito l’ennesimo studio (il libro dell’economista Marco Onado e del banchiere Pietro Modiano, Illusioni perdute, ed. Il Mulino, pag. 376, 33 euro) di due convinti esperti che parteciparono in prima persona alle privatizzazioni degli anni ’90 in Italia e che loro stessi dimostrano essere state disastrose per gli interessi dei nostri concittadini. Ora ci troviamo infatti con un grande patrimonio pubblico industriale disperso che avrebbe potuto svolgere nell’economia globale, dove gareggiano “giganti”, un importante ruolo di difesa degli italiani. Onore all’onestà intellettuale che giunge, purtroppo, a “babbo morto”.
Il paradosso è che si dice che le nostre società sono fondate sulla libertà di scelta del singolo cittadino, ma la realtà è l’opposto, quando questa “libertà” si scontra con gli interessi economici del cosidetto “libero mercato”.