di Rossella Ghigi. Pubblicato in Il Mulino del 25 novembre 2023.
È il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Da qualche settimana Paola Cortellesi sbanca il botteghino con un film (anche) sulla violenza domestica. E poi c’è il dibattito pubblico sul femminicidio di Giulia Cecchettin, che ha avuto una ridefinizione da parte della sorella della vittima, Elena: “è stato il patriarcato”.
Non c’è giornale o social che non metta in bocca questa parola (magari per negarne l’esistenza) a persone che mai ci saremmo aspettati potessero pronunciarla. Non è solo una questione di linguaggio, ma di lettura: si è passati dal personale al politico. L’uccisione delle donne va letta entro un sistema. Ciò non toglie responsabilità agli autori, ma questa responsabilità porta i correlati di una cultura e di una struttura. Nello specifico, una cultura misogina e una struttura di potere.
Il Paese ha dato un segnale inequivocabile: col successo cinematografico del film, col rilancio delle parole di Elena Cecchettin, con le imponenti manifestazioni che ci sono state e che oggi stesso ci saranno, organizzate da Non Una Di Meno. La parola che più ricorre è prevenzione, il tema che più si richiama è l’educazione all’affettività e alla sessualità, il contesto più chiamato in causa la scuola. Il ministero dell’Istruzione e del merito si è allineato al Paese? Difficile rispondere positivamente.
Il ministro Valditara ha presentato questa settimana la direttiva (che in quanto tale non ha valore prescrittivo) sul progetto “Educare alle relazioni”, annunciata dallo scorso settembre, che fa seguito al protocollo di intesa ("Prevenzione e contrasto della violenza maschile nei confronti delle donne e della violenza domestica, iniziative rivolte al mondo della scuola"). Il piano prevede una serie di gruppi di discussione in orario extracurricolare da attuarsi con un insegnante che fa da moderatore, ma solo se tutti i genitori e gli studenti daranno il loro consenso.
La direttiva menziona su questo anche il Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola (Fonags) affinché aggiusti i percorsi progettuali attraverso «osservazioni migliorative delle rappresentanze dei genitori». Il progetto partirà in via sperimentale con le scuole secondarie di secondo grado e su questo verranno investiti 15 milioni di euro (denari pubblici).
Il ministro Valditara ha presentato questa settimana la direttiva sul progetto “Educare alle relazioni”. Così facendo si è allineato al Paese? Difficile rispondere positivamente …
sintesi di Alessandro Bruni
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