di Redazione di Openpolis del 28 novembre 2023.
Il diritto allo studio non può essere compromesso dalla disabilità. Servono servizi per garantire che questa prerogativa non resti sulla carta, come insegnanti di sostegno e trasporto scolastico. Approfondiamo l’investimento dello stato su quest’ultimo aspetto. Il diritto dei minori con disabilità di accedere all’istruzione nelle stesse condizioni di tutti i bambini e ragazzi rappresenta un cardine per il nostro sistema educativo.
In Italia questa prerogativa è riconosciuta dalle leggi dello stato e affermata a più riprese dalle sentenze. Su tutte, il pronunciamento della corte costituzionale che nel 1987 ha ribadito il diritto incondizionato per tutti gli studenti portatori di disabilità di poter frequentare le scuole di ogni ordine e grado.
Dal 1992 questo diritto è tutelato dalla legge 104, la legge quadro sull’assistenza, l’integrazione e i diritti delle persone con disabilità. Rendere concreti questi diritti comporta un investimento, da parte dello stato e degli enti locali e territoriali, per l’inclusione dei minori con disabilità. A maggior ragione dopo il cambio di paradigma stabilito dalla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la legge 18/2009. Si tratta di un cambio di approccio per cui il minore con disabilità non deve essere considerato solo l’utente di un servizio dedicato. Ma come persona che ha diritto di veder rimossi gli ostacoli alla partecipazione alla vita pubblica, sociale e culturale.
Ciò significa offrire un’ampia rete di servizi socio-educativi, all’interno della scuola e non solo, come gli insegnanti di sostegno e gli assistenti all’autonomia. Vuol dire disporre di scuole inclusive, anche nella progettazione, ed effettivamente accessibili. A partire dalla necessità di un trasporto scolastico garantito a tutte e tutti. Quando vengono stabiliti dei principi, il rischio sempre dietro l’angolo è che restino solo sulla carta, o comunque parzialmente inattuati. Per scongiurare questa possibilità e mettere in pratica le previsioni delle convenzioni internazionali e delle leggi dello stato serve un investimento sull’inclusività del sistema educativo.
Va proprio in questa direzione il percorso intrapreso negli ultimi anni per garantire il trasporto scolastico agli studenti disabili. Nell’anno scolastico 2021/22, in base ai dati raccolti dal ministero dell’istruzione, circa la metà degli edifici scolastici (48,1%) è risultato raggiungibile con il trasporto dedicato agli alunni con disabilità. Una percentuale che – come abbiamo avuto modo di ricostruire in passato – è fortemente variabile sul territorio nazionale.
Anche per questa ragione diventa strategica la prospettiva verso l’inserimento di questo servizio, come di altri, tra i “livelli essenziali delle prestazioni” (Lep). Parliamo delle funzioni che – essendo connesse con un diritto civile o sociale – devono essere garantite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
sintesi di Alessandro Bruni
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