di Stefano Arduini. Pubblicato in VITA Weekly, n.18 del 7 dicembre 2023.
Tre focus a partire dall’ultimo rapporto del Censis: Terzo settore, migranti e giovani. Partiamo dal primo affidato al direttore di Aiccon, Paolo Venturi (“Come risvegliare il Paese dei sonnambuli”): «La patologia che non stiamo curando è quella di una crescente desertificazione e de-mutualizzazione dei rapporti e dei legami. Un trend che si può curare attraverso un processo di ri-significazione e valorizzazione autentica di quelle relazioni che né Stato e né mercato sono in grado attivare».
Sul nodo dei migranti interviene Maurizio Ambrosini, ordinario di Sociologia dell'Università di Milano e grande esperto di flussi migratori. Il suo intervento si intitola “Ius soli e ius culturae: il Governo non li vuole, ma gli italiani sì”: il 72,5% degli italiani è favorevole al conferimento della cittadinanza ai minori nati qui da genitori stranieri e il 76,8% è favorevole alla concessione della cittadinanza agli stranieri arrivati in Italia prima dei 12 anni che abbiano frequentato un percorso formativo nel nostro Paese. E allora perché il Governo rimane fermo? Al di là delle polemiche mediatiche e partitiche «In Italia abbiamo un problema di emigrazione, non di immigrazione. Vedere giovani nati in Italia, cresciuti in Italia, scolarizzati in Italia, li rende appunto italiani di fatto. Quindi la cittadinanza è il riconoscimento di un processo già avvenuto».
Alessandro Rosina, professore di demografia e statistica sociale alla Cattolica di Milano ragiona infine sui giovani che sempre di più lasciano il nostro Paese: «I giovani italiani non vedono riconosciuto il loro ruolo all’interno dei processi di crescita e sviluppo del territorio in cui vivono. L’Italia investe meno degli altri Paesi sulla formazione: abbiamo una dispersione scolastica più alta rispetto alla media europea, abbiamo una percentuale maggiore di Neet – ragazzi che non lavorano e non studiano per le difficoltà della transizione tra scuola e lavoro – e un numero più basso di giovani che arrivano alla laurea». Ciò premesso ci sono anche segnali incoraggianti, che potete leggere cliccando il link contenuto nel titolo dell’articolo: “Giovani, i grandi dimenticati della politica italiana”.