I giovani senza orientamento
di Vito Mancuso. Pubblicato nel blog dell'autore il 4 dicembre 2023.
Il Censis descrive una generazione di esuli che non lottano più perché sentono di non poter cambiare nulla, ma la speranza non può morire: togliamo un po’ di denaro ai plurimilionari del mondo del divertimento e diamolo agli insegnanti e a tutti gli educatori.
“All You Need is Love”, “Tutto ciò di cui hai bisogno è l’amore”, cantavano i Beatles affermando il primato dell'amore nell'esistenza umana. Dicevano bene ma non del tutto a mio avviso, perché in realtà ciò di cui tutti noi abbiamo veramente bisogno è l’orientamento. “All You Need is Orientation”: la vita è un viaggio in regioni sconosciute e richiede costantemente una bussola.
L'amore naturalmente lo è, è una forma di orientamento tra le più forti ed efficaci perché concerne sia la mente sia il cuore, sia la ragione sia i sentimenti, ma lo è veramente quando è “vero”. Altrimenti può essere una trappola, persino una dannazione, come quotidianamente insegnano i numerosi femminicidi e suicidi e tragedie di ogni tipo a esso connesse. Per questo la più preziosa risorsa per un essere umano è l'orientamento, e una società è tanto più forte quanto più ha e conferisce orientamento. Proprio l'orientamento però è ciò che manca alla nostra società quale viene fotografata dal nuovo rapporto del Censis ..
Il vero problema non è il patriarcato ma il culto della forza di cui siamo schiavi
di Vito Mancuso. Pubblicato nel blog dell'autore il 24 novembre 2023.
In piazza gli slogan contro l’uomo al centro della società, ma la radice del male è la venerazione del potere. Quella che aveva Margaret Thatcher e non Gandhi. A uomini e donne dico: l’unica liberazione è la cultura.
L’altra sera, invitato da mia figlia, ho partecipato con lei e il suo ragazzo alla manifestazione contro la violenza sulle donne organizzata a Bologna da “Non Una di Meno”. C’erano diverse migliaia di persone, per lo più giovani, in maggioranza donne, ma anche noi uomini non eravamo pochi, ho persino intravisto alcuni signori definibili, come me, “di una certa età”.
Cartelli, fischietti, alcune trombe, qualche pentola e relativi cucchiai, insomma le solite cose usate da sempre nelle manifestazioni per fare baccano e farsi notare. Di nuovo, per lo meno per me, c’erano le chiavi di casa, agitate da molte ragazze per simboleggiare con il loro tintinnio che neppure in casa si sentono sicure. Le agitava anche mia figlia, però con l’altro braccio si stringeva a me, quindi quel suo gesto non mi preoccupava. Al di sopra ovviamente svettavano gli slogan, gridati con forza e passione dalle giovani donne. Il più ripetuto era il seguente: “Lo stupratore / non è malato, / è figlio sano / del patriarcato” …
Liberiamoci dal dio dell’ego
di Vito Mancuso. Pubblicato nel blog dell'autore il 14 novembre 2023.
Non esiste epoca, stagione o anche solo momento dell’avventura umana che, risvegliandosi alla consapevolezza e all’onestà intellettuale (la forma più preziosa di onestà, da cui procedono tutte le altre), non abbia provato l’amara esperienza di essere in trappola. Le mitologie, le religioni, le filosofie ne danno ampia attestazione. Gli ambiti vitali, proprio perché danno vita e risultano indispensabili, legano a sé e quindi intrappolano.
Nello stesso momento in cui ti danno vita, ti tolgono libertà. Tu non ne puoi fare a meno, e loro ti imprigionano dentro di sé. Possiamo vivere senza l’amore? La risposta ovviamente è no, ma l’innamoramento e l’amore sono non di rado un assillo, un travaglio, un incubo da cui non si riesce a liberarsi. Lo mostrano Ovidio con Corinna, e tutta la letteratura universale che attesta l’assonanza, esistenziale oltre che linguistica, del binomio amore-dolore.
Shakespeare fa parlare così Romeo rivolto a se stesso mentre sente divampare l’amore per Giulietta: «Torna indietro, o inanimata argilla del mio corpo, e ritrova il tuo centro». La centratura più entusiasmante ma al contempo il decentramento più indebolente, la gioia più intima ma al contempo la sofferenza più penetrante, la generosità senza confini ma al contempo un astio altrettanto illimitato, provengono proprio da quel sentimento incontrastabile che chiamiamo amore.
Possiamo vivere senza la famiglia, o quella d’origine, o quella che ci siamo formata, o quella che vorremmo formarci, sia pure talora in forma diversa da quella tradizionale? No, c’è una tensione insopprimibile verso la vita insieme ad altri esseri umani …