di Giuliano Cazzola. Pubblicato in Linkiesta del 31 gennaio 2024
Ho seguito con grande interesse la presentazione, nella mia città, del libro di Christian Rocca ’’L’Ucraina siamo noi’’. Le analisi sono state suffragate da ricostruzioni storiche e da testimonianze dirette di persone che hanno assistito fin dalle prime avvisaglie al conflitto e che hanno visto da vicino le sofferenze inflitte a quel popolo dall’aggressore russo, mettendo ben in evidenza quanto sia cruciale per l’Europa e per tutto il mondo libero la resistenza dell’Ucraina fino – come dicono quei valorosi – alla vittoria.
Seguendo quegli interventi non riuscivo a distogliere il pensiero da quanto sta avvenendo – sotto i nostri occhi – nella Striscia di Gaza e a capacitarmi del diffuso, sorprendente, sostegno acritico alla comunità palestinese a fronte della crescente «indifferenza» (la parola che Liliana Segre ha voluto che fosse scritta a fianco del binario della Stazione di Milano da cui partivano i convogli per i campi di sterminio) che l’opinione pubblica riserva alla tragedia ucraina. È sgradevole e prestarsi a certi paragoni perché i morti, i feriti, i profughi sono sempre uguali. Soprattutto se si tratta di civili. Ma il contesto che si è determinato dal 7 ottobre ai nostri giorni è sconvolgente: si direbbe che i palestinesi siano (direbbe George Orwell) «più civili» degli altri; la sola popolazione civile per cui il mondo deve mobilitarsi; le sole sofferenze per cui indignarsi.
In Italia e altrove non si manifesta in favore della popolazione civile palestinese innocente, ma a sostegno della piattaforma di Hamas. Quando si contestualizzano i massacri del 7 ottobre; quando si grida «Palestina libera dal fiume al mare», quando si accusa Israele di genocidio paragonando l’azione militare nella Striscia di Gaza alla Shoah; quando la caccia all’uomo si rivolge direttamente agli ebrei in quanto tali senza darsi nemmeno la briga, come è accaduto per decenni, di prendersela pretestuosamente con Israele e il sionismo; quando si falsifica la ricostruzione della storia di quel travagliato pezzo di terra e dei popoli che lo abitano, si compie più o meno consapevolmente la medesima narrazione di Putin con riguardo all’aggressione dell’Ucraina. Non a caso, quei personaggi esibiti nei talk show a tessere le lodi allo zar russo, oggi sono quasi tutti schierati con Hamas.