Articoli scelti da Alessandro Bruni. Pubblicati in Newsletter della Fondazione Gian Giacomo Feltrinelli il 17 febbraio 2024.
Massa e potere
Un approfondimento editoriale a cura di Giorgia Serughetti
Parlare di carcere vuol dire riflettere sul potere e sulla sua capacità di compressione dell’esistenza umana. In questo senso, scrive Giorgia Serughetti riprendendo il saggio di Elias Canetti “Massa e potere”: “in una democrazia, la passività di fronte a un potere che lascia morire in carcere, mentre produce sempre nuovi casi di «morte viva», equivale a un tradimento della Costituzione” (Fondazione Feltrinelli).
Investire nelle carceri
I Cpr, precedentemente centri di identificazione ed espulsione (Cie), sono strutture dove vengono trattenuti i migranti sottoposti a un ordine di espulsione , in attesa di essere identificati e rimpatriati. Sono attualmente attivi sul territorio nazionale nove Cpr, considerando la chiusura del centro di Torino per inagibilità nel marzo 2023. Tra il 2014 e il 2020, solo il 20% delle persone con ordine di espulsione dall’Italia sono state poi effettivamente rimpatriate (openpolis).
Dopo la “crisi di Lampedusa” – con 7mila persone sbarcate sull’isola nella prima settimana di settembre 2023 - il governo italiano ha introdotto misure ancora più severe sull'immigrazione , estendendo la detenzione dei migranti fino a 18 mesi e ordinando la costruzione di nuovi centri di detenzione (Politico).
Al momento nessuno dei nuovi centri previsti dal ministero degli Interni “in zone poco popolate” è stato portato a termine. Lo scorso anno il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi , aveva annunciato un piano per realizzare un Cpr in ogni regione, ma l'elenco dei siti non è mai stato comunicato (Ansa).
Dopo la presentazione del piano di emergenza, molti governatori hanno dichiarato il loro “no” alla costruzione di questi centri, tra questi anche il governatore del Veneto Luca Zaia ha manifestato il suo scetticismo (Il Sole 24 Ore).
L’ accordo con l’Albania, che prevede la costruzione di questi centri di detenzione e rimpatrio in territorio albanese, è stato invece approvato dalla Corte Costituzionale albanese e potrà essere effettivo dopo la ratifica del Parlamento di Tirana: l’obiettivo è creare due centri per il rimpatrio con una capienza di 3 mila posti in territorio albanese, per dirottare su Tirana i richiedenti asilo del Mediterraneo con destinazione originaria Italia (The Guardian).
Migrazioni e consenso
“Se un giorno dovessi morire, vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa, mia madre ne sarebbe felice (…) I militari italiani non capiscono nulla a parte il denaro. L’Africa mi manca molto e anche mia madre, non deve piangere per me. Pace alla mia anima, che io possa riposare in pace”. Ousmane Sylla avrebbe compiuto 22 anni il 3 marzo. La sua vicenda e il suo messaggio di addio, scritto sul muro del Cpr di Ponte Galeria, hanno provocato disordini e commozione nella comunità romana (la Repubblica).
Lo scorso weekend si sono svolte diverse proteste all’interno del centro di via Corelli a Milano, già commissariato lo scorso dicembre dopo indagini per cattiva gestione da parte della società appaltatrice. Una cinquantina di persone avrebbero subito violenze da parte delle forze dell’ordine, dopo aver lamentato l’assenza di assistenza medica per la comparsa di macchie su tutto il corpo. Tra le possibili cause la diffusione della scabbia e il cibo avariato (Fondazione Feltrinelli).
Negli ultimi cinque anni 14 persone sono morte suicide nei Cpr italiani . Oltre al caso del Cpr di via Corelli, posto sotto sequestro, sono stati documentati abusi anche nell’inchiesta aperta dalla procura di Potenza sul Cpr di Palazzo San Gervasio: tra il 2018 e il 2022 ci sarebbero stati almeno 35 casi di maltrattamenti e una “menomazione della dignità umana” (Il Fatto Quotidiano).
Medicalizzazione forzata e abusi sanitari
In alcuni Cpr la spesa per i farmaci supera di gran lunga quella normalmente prevista: a Milano arriva a rappresentare il 64% del totale. La somministrazione di farmaci e psicofarmaci, spesso senza consenso dei detenuti, solleva preoccupazioni sulla loro salute mentale e fisica, evidenziando un sistema che predilige la sedazione alla cura. Tra ottobre 2021 e febbraio 2022, nel Cpr di Milano, la metà della spesa per farmaci ha riguardato il Rivotril con 196 scatole acquistate. (Altreconomia).
Il rapporto “Buchi neri” della Coalizione italiana diritti civili e libertà (Cild ) fotografa lo stato dei diritti dei detenuti nei CPR, confermando un uso eccessivo di psicofarmaci e tranquillanti tra i trattenuti. Nei centri esaminati, le percentuali di persone sottoposte a terapie psicofarmacologiche variano significativamente, segnalando una gestione incoerente e spesso arbitraria della salute mentale.
Nel Cpr di Ponte Galeria, la asl di Roma ha evidenziato che tra il 65% e il 70% della popolazione trattenuta è sottoposta a terapie che richiedono la somministrazione di psicofarmaci e tranquillanti, con una prevalenza di soggetti cui vengono prescritti ansiolitici. È stato riscontrato un abuso nella somministrazione di tali farmaci e una mancanza di adeguato servizio di assistenza psichiatrica e psicologica (Cild).
Sugli abusi sanitari e sulla salute psicofisica dei detenuti nei Cpr è intervenuto il medico infettivologo Nicola Cocco - da anni al lavoro nelle carceri milanesi- che denuncia l’assenza di psichiatri e di medici del settore pubblico nei Cpr. Cocco ha lanciato un appello insieme alla Società italiana di medicina delle migrazioni, invitando i medici a rifiutare la somministrazione di psicofarmaci non autorizzati ai detenuti (Il Manifesto).
Affettività in carcere
La situazione della salute mentale dei detenuti è drammatica anche nelle carceri. A Montorio, in provincia di Verona in tre mesi cinque reclusi si sono uccisi: l’ultimo un detenuto ucraino da poco dimesso dal reparto psichiatrico. Nel carcere di Carinola, in provincia di Caserta, un detenuto disabile di 58 anni si è impiccato (Ansa).
Tra i pochi risvolti positivi per i diritti dei detenuti nel 2024, c’è la sentenza della Corte Costituzionale sul riconoscimento dell’affettività in carcere : i giudici hanno stabilito che il detenuto ha diritto a incontrare in maniera riservata non solo il coniuge, ma anche la parte dell’unione civile oppure la persona stabilmente convivente. La sentenza, quindi, apre anche alle coppie di fatto, incluse quelle omosessuali (Il Manifesto).
Prima della sentenza, il deputato di + Europa Riccardo Magi aveva presentato una proposta di legge che prevede l'istituzione di visite mensili della durata minima di sei ore e massima di ventiquattro ore, durante le quali i detenuti possono incontrare le persone autorizzate ai colloqui in apposite unità abitative all'interno degli istituti penitenziari , senza controlli visivi e auditivi (Il Dubbio).