Nel corso dell’intervista che Papa Francesco ha concesso a don Vincenzo Vitale, direttore della rivista Credere, lo stesso intervistatore chiede: “Santo Padre, dopo la pubblicazione della dichiarazione Fiducia supplicans ci sono state tante reazioni. Al di là delle singole questioni, qual è il cuore del documento?”. La risposta di Bergoglio dà voce al pensiero di tanti, è un respiro per la mente e per l’anima. Quella risposta rende liberi:
“I peccati più gravi sono quelli che si travestono di un’apparenza più “angelica” (cfr. 2Corinzi 11,14) – dice il papa. “Nessuno si scandalizza se do la benedizione a un imprenditore che magari sfrutta la gente: e questo è un peccato gravissimo (qui la voce si fa molto seria, ndr). “Mentre si scandalizza se la do a un omosessuale… Questo è ipocrisia!”
“Ci dobbiamo rispettare tutti. Tutti! Il cuore del documento è l’accoglienza”.
Alla domanda successiva aggiunge: “Io non benedico un ‘matrimonio omosessuale’, benedico due persone che si vogliono bene e chiedo loro anche di pregare per me. Sempre nelle confessioni, quando arrivano queste situazioni, persone omosessuali, persone risposate, prego e benedico sempre. La benedizione non va negata a nessuno. Tutti, tutti, tutti. Attenzione, parlo di persone: chi è capace di ricevere il Battesimo”.
Insomma – aggiungiamo noi – non ci vuole tanto a comprendere che la parola ‘benedizione’ altro non è che la traduzione nel linguaggio religioso dell’abbraccio.