di Ennio Flaiano. Tratta da OsservaMy del 2 maggio 2023 e pubblicata anche in la Repubblica del 2 febbraio 2024.
Cara Lèlè,
questa è la prima lettera che ti scriviamo per dirti che oggi il tiranno d’Italia è stato mandato a spasso, si chiamava Mussolini.
Un giorno tu ti sorprenderai quando ti racconteremo quello che si è sofferto in ventun’anni di miseria morale. Non vorrai crederci. E forse ci rimprovererai dicendo : “Perché non l’avete cacciato prima?”.
Lè era impossibile. Aveva un esercito di spie, di poliziotti e di mascalzoni: un esercito armato che teneva l’Italia ben ingabbiata.
Mai, nemmeno nelle epoche più tristi della storia del mondo, s’era visto un tale spiegamento di forze contro gli innocenti. Una parola e si andava dentro. Due, e si veniva uccisi. Migliaia di persone hanno pagato con la vita il lusso di una opinione diversa da quella ufficiale.
Ma ora è finita, grazie a Dio! E tu potrai essere educata libera da ogni nefasta influenza fascista.
Non sappiamo quel che l’avvenire ci riserva. Ma una cosa è certa: che Dio si è svegliato.
Il piffero di Manet suona per te e per noi la dolce canzoncina della libertà.
Suonala in eterno, Piffero!
Tra parentesi dobbiamo notare che il “piffero” ti somiglia molto.